SECOLO (saeculum)
Il concetto di uno spazio di tempo superiore a quello della vita individuale di un uomo si ritrova già presso i Greci, ma formulato vagamente, e con varietà grande di opinioni circa la durata da assegnare a questo spazio. Il concetto ha una prima precisazione dalla disciplina etrusca, che, secondo ci tramanda Censorino, definisce il secolo come lo spatium vitae humanae longissimum partu et morte definitum; la precisazione è tuttavia ancora imperfetta, e basata unicamente su fattori naturali, che sfuggono non solo alla volontà, ma anche alla percezione dell'uomo. Così, ad es., il primo secolo di una città si chiude quando muore l'ultimo di coloro che erano nati nel giorno della sua fondazione, e il secondo quando viene a mancare l'ultimo di quelli che erano vivi nel giorno in cui si era compiuto il primo secolo. La durata di questo è in tal modo indeterminata e rimarrebbe sconosciuta agli uomini, se a indicarla loro non soccorresse la divinità con qualche prodigio, che spetta agli aruspici interpretare. Il calcolo dei secoli è pertanto affidato a questi: sono essi che fissavano alla nazione etrusca una durata di dieci secoli, e che ne assegnavano a Roma dodici, quanti erano stati gli avvoltoi visti da Romolo.
I Romani vollero maggiormente precisare il concetto del secolo: e mentre lasciarono che il secolo naturale lo si intendesse e lo si fissasse alla maniera etrusca, distinsero accanto ad esso un secolo civile, al quale diedero una durata costante di cento anni, pari a venti lustri. Più tardi, e cioè nel sec. I a. C., allo scopo di accordare fra loro le varie tradizioni circa l'origine e la celebrazione dei ludi secolari, e sotto l'influsso delle disquisizioni erudite di Varrone, di Verrio Flacco e di Ateio Capitone, al quale soprattutto si debbono la preparazione e la giustificazione della celebrazione dei ludi di Augusto, si distinse dal secolo civile di cento anni il secolo religioso o rituale di centodieci anni, quale vediamo appunto posto a base dei ludi augustei, e più tardi di quelli di Domiziano nell'88 d. C., e di Settimio Severo nel 204. Ma anche dopo Augusto il calcolo sulla base del secolo dei cento anni non fu interamente messo da parte: lo vediamo adottato, ricollegato con l'anno presunto della fondazione di Roma, nei ludi celebrati per il millenario dell'Urbe nel 248 d. C. da Filippo; già prima, nel 900 ab Urbe condita, altri ludi consimili pare avesse celebrato Antonino Pio, e nell'800 (47 d. C.) altri Claudio, il quale peraltro con calcoli, intenzionalmente condotti, aveva voluto in quell'anno ripetere la celebrazione augustea, basata sul secolo di centodieci anni.
Bibl.: Censor, De die natali, XVII; Zosim, II, 1, 7; Th. Mommsen, Die röm. Chronologie, Berlino 1859, p. 172 segg.; Hild, s. v. Saeculum, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiq. gr et rom., IV, p. 987 segg.; M. P. Nilsson, s. v. Saeculares ludi, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col 696 segg.; per i ludi secolari, oltre alla bibl. cit. s. v. ludi: F. Gagé, Recherches sur les jeux séculaires, Parigi 1934; L. R. Taylor, New light on the History of the secular Games, in Amer. Journ. Philol., 1934, p. segg.