SEMINARA (A. T., 27-28-29)
Piccola città della provincia di Reggio Calabria sulle estreme pendici NO. dell'Aspromonte, leggermente acclivi e fertilissime di uliveti e vigneti. Sorse probabilmente dopo la distruzione, operata dai Saraceni al principio del sec. X, di Taureana, in territorio già popolato da monaci basiliani emigrati dalla Sicilia, e formò con la vicina Melicuccà uno dei centri maggiori della cultura e della vita religiosa neogreca in Calabria. Di Seminara fu il monaco Barlaam maestro di greco del Petrarca. Ebbe parte assai notevole, per la sua situazione strategica fra la piana di Palmi e lo Stretto, nelle guerre dell'età normanna e dell'angioino-aragonese e fu infeudata ai Ruffo e poi agli Spinelli che la tennero con titolo ducale sino al 1806. Il suo territorio fu teatro di due famose battaglie (1495 e 1503) tra Spagnoli e Francesi. Più volte distrutta dai terremoti, venne ricostruita, dopo quello del 1783, a pianta regolare; ridistrutta nel 1908 e ora rifatta, conserva in chiese ed edifici pubblici molti resti di una insigne ricchezza artistica di più secoli (statue dei Gaggini e della loro scuola, ciborî, paliotti marmorei, bassorilievi del sec. XVI d'interesse storico, argenterie religiose, ecc.). Vi si continua una famosa tradizione artigiana in piccole interessanti fabbriche di ceramiche colorate. Il comune (33,9 kmq.) ha due centri minori, Sant'Anna e Barrittieri, rispettivamente a 4 km. a SE. del capoluogo e 243 m. s. m. e 5 km. a SO. e 500 m. s. m. La popolazione era di 4542 ab. nel 1871, 5422 nel 1901, 5835 nel 1931, di cui 4088 nel centro principale. Ha una stazione sulla ferrovia Gioia Tauro-Sinopoli.