SENEGAL (Sénégal; A. T., 109-110-111)
Colonia dell'Africa Occidentale Francese, limitata a O. dall'Oceano Atlantico, a N. dalla Mauritania, a E. dal Sudan Francese, a S. dalla Guinea Francese e dalla Guinea Portoghese. La piccola colonia inglese della Gambia, stretta striscia di terra che si estende su entrambi i lati lungo il corso inferiore del fiume omonimo, è incuneata nel Senegal che essa separa dalla Casamance. La superficie del Senegal è di 201.375 kmq.
L'aspetto del paese è monotono: esso è formato da pianure appena ondulate che declinano con leggiero pendio verso O.; solo la regione dell'Alta Gambia è un poco più accidentata. Il suolo è quasi dappertutto formato da un'argilla più o meno sabbiosa, solitamente di color rosso ocra. Sulla costa si trovano dune di sabbia bianca e in alcuni punti affiorano banchi di laterite. Il sottosuolo è argilloso o calcareo, formato da terreni eocenici e cretacei. Rocce eruttive affiorano in diversi punti, segnatamente nel massiccio basaltico del Capo Verde. La costa è bassa, sabbiosa e monotona dalla foce del Senegal alla penisola del Capo Verde, dove appaiono falesie molto incise, dalle quali il mare ha separato diversi isolotti, come quello di Goréa. Da Dakar alla punta di Sangomar la costa ridiviene bassa e sabbiosa; dalla punta di Sangomar al capo Roxo essa è, invece, incisa da profondi estuarî.
Principali fiumi della colonia sono il Senegal (v.), da cui essa ha preso nome, la Gambia e la Casamance. Tutti e tre discendono dal Futa Gialon. Gli altri corsi d'acqua sono asciutti durante la stagione secca. L'anno si divide in due stagioni: piovosa e secca. La stagione delle piogge comincia in luglio a Saint-Louis, in giugno nella Gambia e in maggio nella Casamance; termina in ottobre o dicembre secondo le regioni. La quantità annua delle piogge cresce a mano a mano che ci si allontana dal Sahara: le precipitazioni raggiungono i 385 mm. a Saint-Louis, i 540 a Dakar, i 1350 a Sedhiou. Nella stagione secca le escursioni della temperatura sono molto accentuate: a Saint-Louis il termometro scende talora a 8° e sale a 40°.
È possibile distinguere nel Senegal un certo numero di regioni naturali: la valle del Senegal, fertilizzata dalle piene del fiume; i Niayes, lungo la costa, tra la foce del Senegal e la penisola del Capo Verde, specie di successione continua d'oasi dietro dune; il Cayor e il Baol, paesi di colture intercalate da macchie; il Ferlo, subdesertico e quasi disabitato per mancanza d'acqua corrente; il Saloum, paese di colture, d'alberi e di pascoli; la Casamance, con piogge abbondanti e dense foreste, dove la vegetazione prende aspetto tropicale; l'Alta Gambia, paese di foreste poco folte.
Il Senegal conta 1.604.372 ab. (nel 1934), pari ad 8 ab. per kmq. Le diverse popolazioni indigene sono gli Uolof (31%), che vivono nel basso Senegal e lungo la costa fino a Saloum e la cui lingua è divenuta l'idioma commerciale di quasi tutto il Senegal; i Serer (16%) nel Baol; i Tucolor (12%) e i Saracole (2%) sul medio Senegal; i Diola (8%) e i Mandinghi (5%) nella Casamance e nell'Alta Gambia. I Peul (15%) occupano il Ferlo. Alcune migliaia di Mauri vivono nei sobborghi di Saint-Louis. Gli Europei sono 15.000 di cui 12.000 Francesi. Gl'indigeni vivono in villaggi, ma tendono ad agglomerarsi intorno ai centri commerciali o amministrativi creati dai Bianchi. Questi centri sono porti, scali sul fiume o stazioni ferroviarie. Dakar, situata sulla penisola del Capo Verde di fronte all'isolotto di Goréa, forma una circoscrizione autonoma: è stazione navale e scalo verso l'America Meridionale. Capoluogo del Senegal è Saint-Louis (30.000 ab., di cui 1000 Europei), situata in un'isola del fiume, ma la cui importanza declina con l'ingrandirsi di Dakar e di Kaolak (44.000 ab.). Gli altri porti sono Rufisque (14.000 ab.), Ziguinchor (6000 ab.), Foundiougne. I principali scali sul fiume sono, partendo dalla costa: Dagana, Podor, Matam, Bakel. Le stazioni ferroviarie principali sono: Thiès (15.000 ab.), Tivaouane (5000 ab.), Louga (4000 ab.), Diourbel (15.000 ab.).
Salvo la Casamance, il Senegal appartiene alla zona saheliana, in cui dominano la macchia magra e gli arbusti spinosi. Unico prodotto spontaneo è la gomma, fornita dalla resina di diverse acacie. Le due grandi colture alimentari sono il miglio (300.000 tonn.) e il riso (115.000 tonn.) quest'ultimo coltivato soprattutto nella Casamance. Ma la pianta che ha fatto la fortuna del Senegal è l'arachide, sviluppatasi dal 1840. La coltura ne è facile, ma la pianta non ha interesse commerciale se non in prossimità delle strade ferrate e dei porti. Le zone di maggiore produzione sono il Sine-Saloum, le regioni di Diourbel, Thiès, Tivaouane. Nel 1932 e 1933 si è determinata una crisi prodotta da una fortissima discesa dei prezzi; l'esportazione da 500.000 tonn. nel 1930 è scesa a 200.000 tonn. nel 1932. La questione è di vitale importanza per il Senegal, dove l'arachide ha carattere di coltura unica, e sono stati presi provvedimenti sotto forma di diritti doganali sui semi oleosi provenienti da paesi stranieri, per attenuare la crisi. L'uso di seminatrici e di aratri, in luogo della zappa tradizionale, si diffonde sempre più e permetterà di ridurre i prezzi. Nel 1934 le esportazioni risalirono a 500.00 tonn. e le quotazioni sono un poco migliorate.
Gl'indigeni estraggono l'oro dalle alluvioni con procedimenti primitivi. Nella Falémé e nella Gambia le medesime alluvioni sono sfruttate con impianti meccanici. Le principali industrie indigene sono la tessitura, l'oreficeria, la fabbricazione di panieri e la lavorazione del cuoio. Gli stabilimenti industriali europei si sono sviluppati a Dakar.
Il fiume Senegal è stato per lungo tempo la principale arteria del traffico tra la costa e il Sudan: ma a causa delle instabili condizioni della sua navigabilità, la sua importanza è oggi assai diminuita a favore delle ferrovie. La linea da Dakar a Saint-Louis (265 km.) data dal 1885. A Thiès si distacca la linea di 667 km. che a Kayes si raccorda con la ferrovia del Niger; questa linea di raccordo fu terminata nel 1923. Un tronco di 21 km. va da Guinguinéo a Kaolack; un altro da Diourbel a Touba. Una linea di 128 km. unisce Louga a Linguère. La coltura dell'arachide si è molto sviluppata lungo queste strade ferrate. La rete stradale conta 8000 km.
Dakar, primo porto dell'Africa Occidentale Francese, ha un movimento di 1.100.000 tonn. di merci imbarcate e sbarcate; è il porto d'importazione delle merci europee e le linee ferroviarie vi fanno affluire i prodotti dell'interno. Kaolack sul Saloum ha un movimento di 107.000 tonn.; Ziguinchor, di 12.000 tonn.; Rufisque, di 9000 tonnellate; l'attività di questi diversi porti è costituita soprattutto dall'imbarco delle arachidi. Saint-Louis ha un movimento di 32.000 tonn.
Dato il suo sviluppo, più avanzato di quello delle altre colonie dell'Africa Occidentale Francese, il Senegal rappresenta da solo quasi la metà del commercio della federazione; del resto, esso serve di sbocco anche alla Mauritania e a una gran parte del Sudan Francese. Nel 1934 il commercio raggiunse 639 milioni (importazioni 339 milioni; esportazioni 300 milioni). In questa cifra la parte della Francia è rappresentata da 232 milioni d'importazioni e 279 milioni d'esportazioni. Il tonnellaggio che, a causa della discesa dei prezzi di tutti i prodotti, dà un'idea più esatta degli scambî della colonia è di 1.674.000 tonn. (entrate, 692.000 tonn.; uscite, 982.000 tonn.). Principale articolo d'esportazione è l'arachide (500.000 tonn.); prodotti secondarî sono: la gomma (4000 tonn.), la karité (2000 tonn.), l'oro (800 kg.). Le importazioni sono formate per i due terzi da tessuti di cotone; il petrolio e il mazout, il carbon fossile, i materiali da costruzione e le macchine, le derrate alimentari.
Il Senegal è retto da un vicegovernatore generale, assistito da un consiglio privato di 8 membri e da un consiglio coloniale di 44 membri, dei quali 26 francesi e 18 indigeni. È rappresentato da un deputato nel parlamento francese.
Storia. - Quantunque si debbano registrare, nella storia del Senegal, delle brevi apparizioni inglesi, e considerare l'opera di penetrazione di valenti esploratori francesi che, in epoche più o meno lontane, hanno percorso e studiato questo territorio, la prima effettiva occupazione militare da parte della Francia risale all'epoca della missione del capitano J.-S. Gallieni, organizzata dal Ministero della marina nel 1879. Gallieni riusciva infatti ad assicurarsi il pieno possesso di tutta la riva sinistra del fiume Senegal, da Medina a Bafoulabé. Il successo non era, in realtà, che un primo passo verso la realizzazione di un progetto di penetrazione studiato sin dal 1854 dal generale L.-L.-C. Faidherbe ed era, perciò, prevedibile un prossimo ulteriore sviluppo. Una seconda spedizione, affidata allo stesso Gallieni negli anni 1880-81, risaliva le alte valli del Senegal e del Niger e raggiungeva Kita (5 aprile 1881) dopo un violento combattimento sostenuto dalla forte colonna francese contro elementi Bambara.
Seguirono le tre campagne del colonnello A. Borgnis-Desbordes, durante le quali la marcia dei Francesi su Bamako veniva sanguinosamente contrastata dalle bande del capo mandingo Samory. I nemici furono ricacciati oltre l'alto Niger, dopo che l'artiglieria francese aveva distrutto completamente i villaggi di Djoubanko e Daba. Solo dopo tre anni di estenuanti operazioni, il Borgnis poteva considerare realizzato il progetto Faidherbe: penetrazione sino all'Alto Niger; costruzione di una grande strada protetta da cinque forti (Medina, Bafoulabé, Badoumbé, Kita e Bamako).
Alla conferenza di Berlino del 26 febbraio 1885 venivano riconosciuti i diritti della Francia su tutto il territorio dell'alto Niger.
Una nuova spedizione fu decisa contro il capo ribelle Ahmadu con obiettivo Diama per penetrare con due colonne nella regione del Futa. Anche queste operazioni, sotto la guida esperta del Gallieni, si conclusero con brillanti successi. Seguirono le campagne del 1888-89 del colonello A. Archinard, le quali condussero i Francesi alla conquista della cittadella di Koundian e alla presa delle località fortificate di Segou, Koniakary e Kaarta.
Il successo non era tuttavia completo. Alcune tribù non ancora sottomesse che avevano sempre ostacolato le varie missioni ed avevano creato una situazione critica per la precarietà che ne derivava ai successi militari conseguiti, continuarono ad agitarsi pericolosamente, sicché il governo francese si decise ad intervenire con energia, ben deciso a finirla per sempre con le continue sobillazioni dei capi ribelli. Un forte nerbo di truppe francesi fu concentrato a Koniakary. Mentre una colonna destinata a marciare contro Ahmadu, proseguiva vittoriosa su Nioro e Bandiagara, una seconda colonna, che operava nella vallata del Milo, riusciva a ricacciare definitivamente Samory nelle regioni della Costa d'Avorio.
Dopo questa campagna la situazione dei Francesi, se non definitivamente assicurata, appariva preponderante in tutta la vallata del Niger, e Timbuctu poteva considerarsi ormai alla discrezione degl'invasori. E infatti nel dicembre 1893 le truppe francesi davano l'attacco all'ultimo baluardo frapposto alla loro penetrazione. Rimanevano da stroncare le ultime resistenze dei Tuareg. Il colonnello Joffre fu incaricato di questa missione che fu assolta con piena fortuna.
In un ultimo fatto d'arme a carattere decisivo avvenuto nello stesso anno, 1898, in cui si svolgeva nel campo diplomatico una conversazione conclusiva franco-inglese, le bande di Babemba, successore del capo Tieba, venivano disperse e i Francesi si assicuravano il possesso definitivo dell'Alto Volta. Così anche il principale obiettivo militare, il congiungimento del Sudan alla Costa d'Avorio, era raggiunto. Nel 1904 il governo francese decideva l'occupazione del territorio che si estende dal Niger al lago Ciad.