Bodrov, Sergej Vladimirovič
Regista e sceneggiatore russo, nato a Chabarovsk (Siberia) il 28 giugno 1948. A partire dalla metà degli anni Ottanta, durante la perestrojka, è stato autore di un cinema scarno e intenso, ispirato a un realismo classico, a volte quasi documentaristico, giocato fra la tragedia e l'ironia dei toni, fra temi drammatici come la guerra, l'emarginazione, il mondo di derelitti e carcerati e i paesaggi poetici della Russia più estrema.
Cresciuto a Šmakovka, B. si trasferì a Mosca a quindici anni per studiare ingegneria. Nel 1971 approdò ai corsi di sceneggiatura del VGIK e, dopo il diploma (1974), alternò per dieci anni il lavoro di sceneggiatore con quello di corrispondente della rivista Krokodil′, per la quale scriverà anche dei racconti. Il successo come sceneggiatore arrivò con Balamut (1979, Il casinista), per la regia di Vladimir A. Rogovoj, una commedia sulla traccia dei college movies americani, ma con intenti politico-didattici. Negli anni successivi continuò a firmare commedie leggere come Ljubimaja ženščina dlja mechanika Gavrilova (1982, La donna da amare per il meccanico Gavrilov) di Pëtr E. Todorovskij, Ne chodite devki zamuž (1985, Ragazze, non vi sposate) di Evgenij V. Gerasimov e ancora Naš čelovek in Sanremo (1990, Il nostro uomo a Sanremo) di Aleksandr V. Efremov, sceneggiato in collaborazione con Anatolij Usov. La difficoltà di diventare regista delle proprie sceneggiature all'interno della rigida struttura della Mos-fil′m, lo spinse nel 1983 a raggiungere Alma-Ata, in Kazachistan dove, grazie all'appoggio del poeta Olžas O. Sulejmenov, direttore degli studi cinematografici locali, girò Neprofessionaly (1987, I non professionisti), realizzato nel 1985, ma 'congelato' fino al 1987, anno in cui il film ha iniziato a circolare anche nei festival stranieri. Girato con attori non professionisti, racconta la storia di un gruppo rock di dilettanti che si esibisce in diverse istituzioni della sterminata repubblica kazacha, alcune fatiscenti, come un ospizio dove i vecchi vivono in condizioni spaventose. Paesaggi di sofferente povertà e di grande bellezza fanno da cornice al drammatico confronto fra gruppi di emarginati, affrontando un tema caro ai 'gorbacëviani': il recupero delle generazioni perdute. Lo stile, solo in apparenza documentaristico, che caratterizza molte opere di B., si è confermato cifra personale nel film scritto e diretto per la Mosfil′m, che ha vinto il Festival di Montreal nel 1989. Per le riprese di S.E.R. (1989; La libertà è il paradiso), B. ha portato la prima troupe sovietica nei luoghi del Gulag, nella gelida regione di Archangel′sk. La sceneggiatura è basata su interviste raccolte da B. nelle carceri russe. Anche questa volta sono stati scelti attori non professionisti. Il mondo degli "umiliati e offesi", malfattori, prostitute, carcerati viene visto attraverso gli occhi di un tredicenne che fugge da un riformatorio, per andare a cercare il padre, che non ha mai conosciuto, in prigione dall'altra parte della Russia. Di diverso tenore il film Katala (1990, Il baro), romanzo nero sul mondo dei giocatori di carte di periferia, dove tutto si può vendere e comprare. Dopo la caduta dell'URSS (1991), B. ha girato Ja chotela uvidet′ angelov (1992, Volevo vedere gli angeli), film di valore più sociologico che artistico, sulla situazione di una gioventù senza prospettive e con il mito del ricco Occidente. Dal 1993 B. si è trasferito negli Stati Uniti per lunghi periodi e ha iniziato a collaborare come sceneggiatore e regista in varie produzioni. È del 1994 la sua prima sceneggiatura in lingua inglese, Somebody to love (Somebody to love ‒ Qualcuno da amare), scritta con Alexander Rockwell, che ne è anche regista. Egli deve comunque la sua fama a un film del 1996, che si è guadagnato una nomination all'Oscar come miglior film straniero nel 1997 e un premio FIPRESCI a Cannes: Kavkazskij plennik (Il prigioniero del Caucaso), di cui è anche regista e produttore. La sceneggiatura, scritta con altri, rielabora il racconto di L.N. Tolstoj, per illustrare l'eterno conflitto fra russi e abitanti del Caucaso, fra musulmani e ortodossi. Sullo sfondo, drammaticamente presente, la guerra in Cecenia che assurge a simbolo universale della tragedia della guerra. Il film è stato girato in Daghestan nell'impervio villaggio di Rechi, mai conquistato da nessuno e, come narra la leggenda, neppure da Gengis Khan. Film sulla guerra, ma non d'azione, racconta con sobrietà le storie intrecciate, di amicizia, paura, odio dei personaggi: il vecchio caucasico, fiero e giusto, che tiene prigionieri due soldati russi nella speranza di scambiarli con il proprio figlio catturato dall'esercito, la giovane nipote, fanciulla del villaggio, silenziosa e intensa interprete non professionista, un veterano cinico e spaccone (Oleg Menšikov); infine una recluta impacciata, brillante esordio come attore del figlio di B., Sergej Sergeevič (nato a Mosca il 27 dicembre 1971, tragicamente morto a Karneaden, Caucaso, il 21 settembre 2002). Sergej S. era stato protagonista del film Brat (1997; Brother) di Aleksej O. Balabanov, per il quale aveva vinto il premio NIKA come migliore attore. B. Jr aveva poi impersonato il giovane nuotatore in Est-Ouest (1999; Est-Ovest Amore-Libertà), sceneggiato dal padre e diretto da Régis Wargnier, e aveva presentato alla Mostra di Venezia il suo primo film come regista, Sëstry (2001; Sorelle), anche questo scritto con il padre. La collaborazione fra padre e figlio era continuata con la partecipazione di Sergej S. al cast di The quickie (2001; Decisione rapida) per la regia di B., scritto con la moglie Carolyn Cavallero; il film, sull'ambiente della malavita russa in California, presenta un'atmosfera malinconica e personaggi ben delineati.