Scrittore italiano (Capoterra 1952 - Isola di San Pietro 1995). Dotato di autentica vocazione narrativa e di una scrittura ricca di artifici, da cultore delle tradizioni sarde A. ha saputo dare vita a una poetica che rende gli spunti locali strumenti privilegiati per la lettura della realtà.
È stato collaboratore di giornali e riviste letterarie, traduttore e consulente editoriale. Cultore della storia e delle tradizioni del popolo sardo, ne ha tratto ispirazione per una poetica che trasfigura il dato locale in strumento privilegiato di lettura della realtà. Dopo le prime prove letterarie (Quel maggio 1906. Ballata per una rivolta cagliaritana, 1977; Gli amori, le avventure e la morte di un elefante bianco, 1981; Araj Dimoniu, 1984), pubblicò il romanzo Apologo del giudice bandito (1986), che rivelava l'autenticità della sua vocazione narrativa. Elaborazione raffinata di due antiche leggende sarde, il romanzo anticipa il tema della messa al bando, condizione sofferta e voluta dai protagonisti dei successivi lavori: Il figlio di Bakunin (1991), romanzo-inchiesta sulla vita e le gesta di un anarchico, Tullio Saba; Il quinto passo è l'addio (1995), romanzo d'iniziazione a rovescio, verso un'infanzia infinita; Passavamo sulla terra leggeri (post., 1996), storia dei Sardi dalle origini mitiche alla caduta sotto il dominio aragonese. Il recupero del materiale antropologico e l'attenzione al presente si traducono nella narrativa di A., morto prematuramente nel mare della sua Sardegna, in una scrittura ricca di artifici, che oscilla tra un lirismo di tipo arcaico e il diarismo realistico, acceso da un incontenibile desiderio di modernità. Tra le altre pubblicazioni postume, Bellas mariposas (1996) e Raccontar fole (1999).