seta
Il più prezioso dei tessuti
La produzione della seta – il termine tecnico è sericoltura – ha una lunga storia che inizia in Cina alcuni millenni prima di Cristo. Per secoli gli occidentali hanno saputo pochissimo di questo prezioso tessuto, ottenuto dai filamenti prodotti dai bachi, insetti di una specie particolare
La seta è un tessuto prodotto da bachi, ossia larve di una particolare specie di farfalle, il Bombyx mori. I bachi di questa specie secernono la seta per costruire attorno a sé un bozzolo al cui interno subiscono la metamorfosi per diventare farfalla. Fin da tempi molto antichi, in Oriente, gli uomini hanno imparato ad allevare questi insetti per ottenere un tessuto di grande qualità, appunto la seta.
Secondo la tradizione cinese – è dalla Cina che proviene la tecnica della lavorazione della seta – sarebbe stata Hsi Ling Shih, moglie di un imperatore, a introdurre l’allevamento del baco da seta intorno al 3000 a.C. Tuttavia, alcuni recenti ritrovamenti archeologici 2 attrezzi per la lavorazione della seta, frammenti di tessuto e bozzoli fossili 2 risalenti ad almeno 6.000 anni fa fanno pensare che nella regione cinese vicino al Fiume Azzurro l’origine della sericoltura sia ancora più antica. Nel corso dei millenni la selezione operata dagli allevatori ha portato a fare del Bombyx mori una specie il cui unico scopo sembra essere la produzione di seta: la farfalla è cieca e incapace di volare, ed è in grado solo di deporre uova per dar luogo a un’altra generazione di bachi.
La produzione di seta è un processo molto delicato; richiede grande attenzione nell’allevamento dei bachi, che vengono nutriti con foglie di gelso e tenuti in particolari condizioni di umidità e temperatura. Quando i bachi hanno raggiunto un’adeguata fase del loro sviluppo, per alcuni giorni producono i lunghi filamenti con i quali costruiscono il bozzolo. L’allevatore, a quel punto, uccide i bachi, di solito con un getto di vapore, dopodiché i bozzoli sono immersi in acqua per ammorbidire la seta, che si libera in sottili filamenti.
L’uccisione dei bachi è necessaria per impedire che, uscendo dal bozzolo, gli insetti rompano i lunghi fili; sono questi ultimi, infatti, che sapranno dare alla seta le sue caratteristiche peculiari. Il tessuto che si ottiene dal filato è più leggero e bello da vedere della lana o del cotone, è molto resistente e mantiene il caldo in inverno e il fresco in estate. Il suo elevato prezzo è dovuto alla complessità e agli elevati costi di produzione.
In Cina, la seta rimase per un certo tempo un privilegio degli imperatori, i soli ai quali era permesso indossare abiti confezionati con questo prezioso materiale. In seguito, però, l’uso di questo tessuto si diffuse in tutte le classi sociali. Non solo, ma la seta iniziò a essere usata, oltre che per abiti e tessuti ornamentali, anche per produrre corde per strumenti musicali, reti da pesca, cinture e legacci. Divenne, in una parola, un componente fondamentale dell’economia cinese, e la sua produzione aumentò così tanto che i Cinesi iniziarono a esportare tale tessuto verso Occidente.
La tecnica della produzione della seta rimase a lungo un segreto per gli occidentali, che però conoscevano tessuti di questo materiale arrivati lungo le rotte commerciali già in epoca molto antica. Abiti di seta sono stati ritrovati in tombe egizie, e si sa che vesti di seta erano indossate dai membri delle più ricche famiglie romane. L’itinerario che portava dall’Estremo Oriente fino ai grandi imperi del Medio Oriente, dell’Europa meridionale e dell’Egitto è stato chiamato dagli storici via della Seta, proprio perché era il prezioso tessuto la merce che più di ogni altra viaggiava lungo queste strade. Intorno al 6° secolo d.C. alcuni monaci portarono a Bisanzio, capitale dell’Impero Romano d’Oriente, la sericoltura, ma solo nel 13° secolo anche l’Europa, e in particolare l’Italia, sviluppò una propria produzione di seta. Oggi, anche se tessuti sintetici hanno sostituito la seta per alcuni usi, questo tessuto rimane molto diffuso e la Cina è tornata, da alcuni decenni, a esserne il maggior produttore mondiale, grazie ai contenuti costi di produzione, mettendo in crisi, tra l’altro, la produzione italiana, un tempo fiorente soprattutto in Lombardia.