SETA
(XXXI, p. 506).
La seta è una fibra tessile animale che si trae da bozzoli di Lepidotteri Eteroceri. Il Bombyx mori (fam. Bombicidae) è il più importante tra i produttori di bozzoli da seta, ed è allevato su larga scala allo stato domestico. Altri Bombicidi sericigeni sono: la Theophila mandarina che vive allo stato selvaggio sui gelsi in Cina e produce bozzoli di bava fina e piatta di color caffè chiaro; l'Antheraea pernyi, diffusa in Cina con allevamenti semi-selvaggi su querce nane; la bava del bozzolo è di color bruno caffè, è striata longitudinalmente e ha un titolo di circa den. 5-5,5; le sete prodotte con questa bava si chiamano tussah e tra le sete selvagge sono le maggiormente impiegate; l'Antheraea yama-mai allevata allo stato semi-selvaggio nel Giappone si nutre di foglie di quercia, di castano, di faggio, ecc.; la bava è larga, piatta, di titolo den. 5,5, di color verdognolo; l'Antheraea mylitta coltivata in India allo stato semi-selvaggio; si nutre di foglie di quercia, ma è specie polifaga, produce bozzoli di bava molto grossa den. 8-10, di color caffè; la seta era una volta molto esportata, ora invece serve solo per il consumo interno. Altri Lepidotteri che hanno un certo interesse per i bozzoli che producono da cui si trae o si carda seta selvaggia, sono: l'Antheraea assama, la Phylosamia ricini, la Caligula japonica, la Phylosamia Cynthia, ecc.
Si dà il nome di seta anche alla fibra tratta dai bozzoli di alcuni ragni (Argiope). Un tentativo di industrializzare la produzione di seta dai ragni è stato fatto al Madagascar da missionarî i quali hanno tentato l'allevamento di un ragno grossissimo, il Nephyla madagascariensis.
Per la cosiddetta seta del bisso, v. B1sso, VII, p. 106. Con il bisso si fabbricavano un tempo tessuti morbidissimi; nuovi tentativi si vanno ora compiendo in Italia (specialmente a Taranto) per l'utilizzazione di questa fibra.
La bava serica del Bombyx mori risulta composta da due bavelle elementari avvolte in un'irregolare guaina di sericina che le unisce; la loro sezione ha la forma di un triangolo a lati un po' curvi. Il baco emette la bava disponendola a forma di 8 in pacchetti, disposti tutt'intorno a formarne il bozzolo (figg. 1, 2, 3, 4). Le bavelle unitarie, liberate dalla sericina e sottoposte ad un acconcio trattamento, rivelano una struttura fibrillare: Eikiti Hirazuka studiando questa struttura fibrillare è venuto nella conclusione che la solidificazione della fibroina è un fenomeno fisico-chimico che avviene in seguito a stiramento attraverso la filiera del baco dando luogo alle fibrille (figg. 5 e 6).
Studî iniziati da A. Lenticchia e continuati da G. Gianoli e G. Colombo hanno stabilito che alcuni difetti riscontrati sulle sete specialmente dopo le operazioni di tintura, e che erroneamente erano attribuiti all'imperfetta lavorazione dei bozzoli, sono invece dovuti alla struttura fibrillare della bava serica. Lo sfaldamento della bava in fibrille dà luogo appunto ad una peluria ed ai fiocchetti lamentati dai tintori (figg. 7 e 8).
Il peso specifico della seta greggia è 1,33; quello della bava sgommata, 1,35. Recenti determinazioni del dott. Baroni hanno stabilito che il peso specifico della bava serica è sensibilmente costante. La lunghezza del tratto di bava dipanabile contenuta in un bozzolo varia secondo le razze; la media si calcola sia attorno ai 750 m., con punte che sorpassano i 1000. Il titolo della bava del bozzolo varia molto: per le razze italiane si aggira attorno a den. 3. Il titolo diminuisce verso gli strati interni del bozzolo. La bava serica cruda ha un diametro variabile da razza a razza e da bozzolo a bozzolo e va da 26 a 30 micromillimetri, la bava sgommata dai 12 ai 14 micromillimetri. Il filo di seta per gli usi industriali è composto di almeno 3 bave.
Le proprietà dinamometriche della seta sono la tenacità e la elasticità. La tenacità è il carico di rottura, espresso in grammi, che un filato sopporta e si misura con il serimetro, su una porzione di filo di cm. 50. La seta ha una tenacità molto alta, paragonabile a quella del ferro. L'elasticità o duttilità è l'allungamento che un filato di seta ha subito all'istante della rottura, espresso in millimetri per metro. Il serimetro continuo di G. Colombo (fig. 9) permette di esaminare la regolarità delle proprietà dinamometriche di un filo di seta su tratti molto lunghi.
Altre proprietà della seta sono: la nettezza, per cui una seta è tanto più pregiata quanto meno difetti contiene, valutata col seriplano insieme con l'uniformiià del filo. La coesione, più propriamente il grado di saldatura delle bave, è molto apprezzata per le sete che debbono essere lavorate a telaio in crudo, e si misura col coesimetro. Vi sono varî tipi di coesimetri, fra cui uno della Stagionatura Anonima di Milano e uno del Colombo. Il grado di coesione si esprime col numero degli sfregamenti che una seta può sopportare prima che le bave di cui è composta si separino, col filo sottoposto a una determinata tensione o a un determinato carico. La lucentezza è la proprietà che ha la seta di riflettere la luce; varia da partita a partita, e dipende oltre che dalla qualità dei bozzoli, dal trattamento subito in filanda, dal titolo, ecc.
Il colore della seta varia secondo i bozzoli impiegati e può essere bianco, biancastro, giallo, giallorosa, verdognolo, ecc. Le sete italiane sono per lo più gialle, di tinta più o meno intensa.
La seta è composta da fibroina, sostanza chimica a composizione determinata (azoto 18,35%). Gli studî di Fischer, Skita, e Abderhalden, hanno stabilito all'analisi la possibilità di isolare i seguenti amidoacidi: glicocolla 36%; alanina 21%; leucina 1,5%; serina 1,6%; acido asparaginico tracce; fenilalanina 1,5%; tirosina 10,5%; prolina tracce; arginina 1%; lisina tracce; istidina tracce. La fibroina è sempre di color bianco, qualsiasi colore abbia la fibra serica. La composizione della sericina rispetto a quella della fibroina per quanto riguarda gli amidoacidi diversifica più che dal lato qualitativo, dal lato quantitativo (glicocolla 1,2%; alanina 9,2%; tirosina 10,5%). Incorporate nella sericina o gomma della seta si trovano le sostanze coloranti che dànno il colore ai bozzoli; recenti studî di C. Jucci hanno stabilito che queste sostanze coloranti appartengono alla classe dei carotinoidi e dei flavoni. Nella seta vi sono poi materie cerose solubili nei solventi dei grassi e delle cere, e sali minerali.
Bibl.: A. Solaro, Fibre vegetali, lane, peli, pellicce, sete naturali, ecc., Milano 1914: G. Colombo, Lezioni di merceologia dei bozzoli e della seta, Milano 1917; L. Pigorini e G. Teodoro, Lezioni di biologia applicata alla sericoltura, Padova 1921-1923; Laboratorio di esperienze sulla seta, Milano, Sullo sfilacciarsi delle sete tinte, Milano 1905; id., Relazione sull'attività dal 1915 fino al 1922, ivi (contiene interessanti studî fisico-chimici sulla seta). Sulla sotanza colorante dei bozzoli, v. gli scritti numerosi di C. Jucci. Riviste: Annuario della R. Stazione bacologica sperimentale (Padova; dal 1871); Bollettino ufficiale della R. Stazione sperimentale per la seta (Milano; dal 1931).