SFAX (A. T., 112)
Città e porto della Tunisia, sulla costa del Sahel di fronte alle isole Kerkennah, all'imbocco nord dell'ampio Golfo di Gabes. Di antica origine, è però di sviluppo recente, collegato all'importanza presa dall'escavazione dei fosfati dalle miniere di Gafsa, di cui Sfax è il porto d'imbarco per l'esportazione. Sfax occupa il luogo dell'antica Taparura. Il centro arabo che le successe, utilizzando per i suoi edifici i materiali tratti dalle rovine dell'antica città, conserva inalterato il proprio carattere, racchiuso nella sua cinta murata rettangolare di 650 × 370 m., fuori della quale sono sorti i fabbricati moderni cui si è voluto imprimere un aspetto che meglio si armonizzasse con lo stile arabo moresco. La sua popolazione, in rapido aumento, ascendeva nel 1931, limitata al solo comune, a 40.000 abitanti, ma computando anche i minori aggregati, che ne costituiscono come dei sobborghi, si ragguaglia a circa il doppio. Gli Europei ne rappresentano circa un quarto e fra essi si contano 2600 Italiani. Ancora negli ultimi anni del secolo scorso Sfax era un modesto scalo marittimo, accessibile solo alle piccole navi dei pescatori e dei mercanti esportatori di olio. Ma l'iniziato sfruttamento dei giacimenti di fosfati, dopo la scoperta fattane dal Thomas, rese necessaria la costruzione di un vero e proprio porto con un bacino di 16 ha. e profondo 6 m. Sfax è inoltre stazione della ferrovia litoranea che da Tunisi e Susa si spinge sino a Gabes. Amministrativamente è sede d'una delle grandi circoscrizioni regionali in cui la Tunisia è divisa e capoluogo di Caidato e di controllo civile.