Shahr-i Sokhta Grande centro protostorico dell’età del Bronzo (fine 4°-fine 3° millennio a.C.) nel Sistan iraniano. Posto al centro di un vasto reticolo di insediamenti ancora inesplorato, consta di un abitato e di una necropoli. Le più antiche fasi sono databili al 3150-2750 a.C. Le sepolture comprendono strutture a tholos di mattone crudo. Risalgono a questo periodo forme ceramiche paragonabili a fogge mesopotamiche tardo Uruk, sigilli a cilindro e una tavoletta con caratteri protoelamici, che accomuna le pratiche amministrative in uso a S. con quelle di Susa, Tepe Siyalk, Godin Tepe. Nella prima metà del 3° millennio a.C. la città si sviluppa e ospita attività artigianali specializzate. La ceramica dipinta presenta una estrema varietà di motivi decorativi. Nel periodo 2500-2200 a.C. compaiono nell’abitato grandi edifici, che indicano una forte centralizzazione politica e ideologica. L’eccezionale ricchezza dei corredi funebri testimonia una più accentuata differenziazione sociale. Il periodo successivo (2200-1900 a.C.) segna un rapido declino e poi l’abbandono finale della città.