Organizzazione di Shanghai per la cooperazione
L’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco) è attiva da 12 anni in Asia centrale, e la sua rilevanza, specie dal punto di vista geopolitico, è in continua crescita. Nata come meccanismo per favorire la risoluzione di dispute territoriali tra i paesi aderenti l’Organizzazione è andata progressivamente istituzionalizzandosi, intensificando la cooperazione tra i suoi membri tanto su questioni di sicurezza quanto in ambiti come quello economico, energetico e culturale. Il piano militare e di sicurezza è quello più rilevante, all’insegna della comune volontà di contrastare tre fenomeni identificati come le principali minacce alla sicurezza regionale: il terrorismo, l’estremismo e il separatismo.
Il riferimento esplicito e l’enfasi posta su questi tre elementi (sanciti dal primo atto ufficiale dell’Organizzazione, la ‘Shanghai Convention on Combating Terrorism, Separatism and Extremism’) rende peculiare nel suo genere la Sco e sottolinea come la prima preoccupazione dei membri – soprattutto di Cina e Russia – sia quella di conservare lo status quo territoriale in una regione dove non mancano irredentismi, contrasti etnici, spinte secessioniste e ingerenze esterne.
La Sco nasce nel giugno del 2001, quando al cosiddetto Gruppo dei cinque (o Shanghai Five), già attivo dalla metà degli anni Novanta sul tema della cooperazione nella gestione dei confini, si aggiunse anche l’Uzbekistan e il Gruppo decise di istituzionalizzarsi in organizzazione. La Carta è stata poi approvata nel giugno 2002.
Secondo alcuni la Sco sarebbe nata con l’intento di contenere e bilanciare la presenza statunitense nell’area centroasiatica: un’interpretazione che si è rafforzata da quando, nel 2005, da un summit della Sco è emersa la richiesta a Washington di calendarizzare il ritiro delle proprie installazioni e dei propri soldati presenti in Asia centrale. Sulla capacità reale della Sco di essere un contrappeso alle ingerenze esterne nella regione conta in maniera determinante lo stato di salute delle relazioni bilaterali tra Russia e Cina, nonché il livello generale di coesione tra tutti i paesi aderenti che spesso contrastano sulle modalità di attuazione della propria agenda di politica estera. Un dato, quest’ultimo, emerso nel rifiuto cinese e degli altri membri centroasiatici di fornire un sostegno politico incondizionato alla Russia in occasione del conflitto contro la Georgia del 2008.
Una rinnovata coesione si è recentemente manifestata nel corso del summit 2012, al termine del quale è stato dichiarato che nessuno stato della Sco dovrà entrare in un’alleanza indirizzata contro un altro membro dell’Organizzazione, lasciando intendere una posizione di contrasto rispetto alla Nato e alle mire espansionistiche occidentali nel continente asiatico. Russia e Cina si sono inoltre mostrate concordi, affermando il netto rifiuto di qualsiasi intervento armato per risolvere la crisi in Siria e quella del nucleare iraniano.
L’Organizzazione ha firmato il memorandum d’intesa non solo tra i paesi membri, ma anche con due organizzazioni asiatiche, Asean e Cis. Sul piano operativo la Sco si è concentrata finora sulla lotta al terrorismo istituendo nel 2004 un centro regionale per le attività di antiterrorismo in Uzbekistan, sulla cooperazione militare, con esercitazioni comuni anche di vasta scala, e ancora sulla cooperazione energetica, in quella commerciale e culturale, come sancito tramite la ratifica di un accordo formale nel 2007 (Treaty on Long-Term Good-Neighborliness, Friendship and Cooperation).
Struttura istituzionale
Il Consiglio dei capi di stato è il più importante organo decisionale: si riunisce una volta l’anno a rotazione in ciascuno dei sei stati. Questo è seguito nella gerarchia dell’organigramma dal Consiglio dei capi del governo e dal Consiglio dei ministri degli esteri. Il primo si occupa di approvare il budget dell’Organizzazione, di discutere gli ambiti e lo stato dell’arte della cooperazione multilaterale; il secondo invece discute le principali questioni dell’agenda politica internazionale e gestisce le relazioni tra la Sco e le altre organizzazioni multilaterali.
Al Segretariato generale, organo amministrativo ed esecutivo della Sco si affiancano diverse altre strutture e agenzie con competenze.
Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.
Membri osservatori: Mongolia, India, Iran, Pakistan e, dal 2012, Afghanistan. Attualmente l’Organizzazione sta discutendo quale ruolo assumere nei confronti di questo paese, in vista del ritiro delle forze armate occidentali entro la fine del 2014.
Bielorussia, Sri Lanka e Turchia sono partner di dialogo.