In economia, metodo di scomposizione settoriale-territoriale che consente di valutare l’influenza che esercitano sulla crescita di una variabile economica (occupazione, prodotto lordo, esportazioni, importazioni, ecc.) da un lato la struttura settoriale preesistente e, dall’altro, la presenza di condizioni favorevoli alla crescita nel territorio considerato. Il metodo, suggerito da H. Perloff e altri (1960), ha avuto una diffusione via via crescente tra gli studiosi di economia regionale e dagli anni 1980 è ampiamente utilizzato anche in Italia. L’obiettivo della s. è quello di scomporre la variazione assoluta o relativa della variabile economica, considerata in una data unità territoriale (regione, provincia ecc.) con riferimento a un intervallo di tempo, in più componenti fondamentali (generalmente tre) che valutano l’apporto di altrettanti fattori di crescita, definibili come tendenziali, strutturali e locali (o competitivi). La semplicità del metodo ha indotto in alcuni casi gli analisti ad applicazioni e interpretazioni non sempre corrette; per una soddisfacente interpretazione economica dei risultati è necessario evidenziare le connessioni tra le caratteristiche e i limiti della tecnica e i risultati ottenuti.