shoensei
In Giappone, figura giuridica del possesso della terra (dal termine giapp. shoen, talvolta tradotto «maniero») introdotto nel periodo Nara, a partire dal 723 d.C. Lo s. introduceva un’eccezione alle regole del Codice Taiho, per il quale la terra apparteneva allo Stato e gli appezzamenti venivano redistribuiti ogni sette anni ai contadini, a loro volta soggetti al pagamento di tasse e alla prestazione di corvée. I primi s. erano tenuti esentati per tre scadenze dalla redistribuzione, al che vennero aggiunte in seguito l’esenzione per il proprietario dal pagamento delle imposte e la proibizione dell’ingresso per i funzionari statali locali. In questo modo veniva incoraggiata la bonifica di nuove terre, contribuendo alle necessità della popolazione in aumento e alla tendenza dei contadini a fuggire dalle terre pubbliche. In seguito il possesso dello shoen divenne perpetuo. I proprietari degli shoen erano di vario genere. In origine si trattò specialmente di istituzioni religiose, alle quali si aggiunsero notabili delle province. Con il tempo le caratteristiche dello s. andarono modificandosi. La nobiltà laica accumulò sempre maggiori patrimoni di shoen durante il periodo Heian (794-1185 d.C.), parallelamente all’incremento del suo potere politico. Nello stesso tempo ai proprietari residenti sulla tenuta se ne sommarono altri che appartenevano all’aristocrazia della capitale, da dove seguivano le questioni relative a essa presso l’amministrazione centrale e percepivano una parte delle rendite. In una fase successiva, nell’ultima parte del periodo Heian, comparve una terza figura, lo honjo, che apparteneva allo strato più alto della nobiltà e partecipava esclusivamente dei proventi. Nello stesso tempo, il proprietario residente veniva gradualmente sostituito da un amministratore. Gli shoen andavano annotati sui registri catastali, la cui falsificazione divenne un grave problema nell’11° sec. e contribuì alle origini dello . La condizione dei contadini in queste tenute era molto più libera che nelle terre pubbliche, anche se permaneva in teoria l’impossibilità di lasciarle, pena l’arresto e la riconduzione nei villaggi originari. La nascita dello s. rappresentò una novità importante nella società, introducendo un tipo di unità territoriale e amministrativa chiusa, considerata da alcuni feudale, la quale si dotò gradualmente di una burocrazia autonoma e di unità militari che garantivano la sicurezza. Questo portò ulteriori conseguenze sulla società, favorendo per es. forme embrionali di organizzazione creditizia legate ai monasteri. In campo religioso il culto delle divinità shinto progenitrici delle famiglie nobili spinse alla loro identificazione con figure del pantheon buddhista, facilitando l’evoluzione del Ryobu shinto. Lo s. andò gradualmente decadendo dalla fine del periodo Heian, restringendosi progressivamente all’area intorno alla città di Kyoto, finché non fu abolito nel riordinamento generale attuato dagli shogun Tokugawa.