Weaver, Sigourney (propr. Susan Alexandra)
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York l'8 ottobre 1949. Con le sue numerose interpretazioni ha saputo affermarsi imponendo un'immagine di donna sicura e determinata, dinamica e tenace, che le ha permesso di costruire i suoi personaggi sulla base di un'energia e di una ferrea sicurezza dalle quali trapela comunque, con sfumature sempre diverse, una sensibilità assolutamente femminile. La convincente prova offerta in Gorillas in the mist (1988; Gorilla nella nebbia) di Michael Apted le ha consentito di vincere nel 1989 un Golden Globe e di ottenere nello stesso anno una nomination all'Oscar come miglior attrice protagonista. Compiuti gli studi liceali a New York, si laureò alla Stanford University, per poi studiare arte drammatica alla Yale University School of Drama. Nel 1975 debuttò sul palcoscenico di Broadway in The constant wife, e, nel 1976, comparve nella serie televisiva Another world: Somerset. Il suo esordio nel cinema risale al 1977, quando interpretò una piccola parte in Annie Hall (Io e Annie) di Woody Allen. Ebbe il primo ruolo come protagonista l'anno seguente in Madman di Dan Cohen, ma fu solo con Alien (1979) di Ridley Scott che ottenne un grande consenso con il personaggio della coraggiosa Ellen Ripley in lotta contro gli alieni per salvare la Terra. Il ruolo dell'eroina in grado di competere vittoriosa con l'universo maschile sarebbe stato ripreso nei successivi Aliens (1986; Aliens ‒ Scontro finale) di James Cameron, che le valse la sua prima nomination all'Oscar, Alien³ (1992) di David Fincher e Alien: Resurrection (1997; Alien ‒ La clonazione) di Jean-Pierre Jeunet.
Benché si fosse imposta per la sua immagine eroica e invulnerabile, mostrata con notevole ironia anche nelle commedie fantastiche di Ivan Reitman (Ghostbusters, 1984, Ghostbusters ‒ Acchiappafantasmi; Ghostbusters II, 1989, Ghostbusters 2), la W. ha saputo mostrare un'intensa carica drammatica e un forte magnetismo in film quali The year of living dangerously (1982; Un anno vissuto pericolosamente) diretto da Peter Weir, nel ruolo di Jill Bryant, un'impiegata dell'ambasciata inglese di Giacarta, profondamente partecipe degli eventi che coinvolsero il Paese alla vigilia della caduta di Sukarno, e Gorillas in the mist. In particolare in quest'ultimo si è identificata con profonda sensibilità in Dian Fossey, l'etologa che consacrò la sua vita allo studio dei gorilla di montagna dell'Africa centrale, ripetendo la gestualità, le movenze e i rituali del branco per farsi accettare, fino a instaurare un rapporto di estrema fiducia e simbiosi che difenderà fino alla morte. Nella commedia di grande successo Working girl (1988; Una donna in carriera) di Mike Nichols, in cui ha affiancato Melanie Griffith ottenendo anche una nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista, ha sostenuto con convincente perfidia il ruolo di un'arrogante manager riuscendo a far affiorare nel suo personaggio anche un fondo di insoddisfazione e di solitudine. In seguito, coniugando sempre forte personalità e indiscutibile fascino e confermando il suo notevole talento, ha recitato in Death and the maiden (1995; La morte e la fanciulla) di Roman Polanski nel sofferto ruolo di una donna che crede di riconoscere il suo aguzzino; in Copycat (1995; Copycat ‒ Omicidi in serie), un thriller di Jon Amiel nel quale è una psicologa criminale coinvolta nelle indagini su una catena di delitti ispirati a famosi omicidi della storia; in The ice storm (1997; Tempesta di ghiaccio) di Ang Lee, dove offre l'eccellente ritratto di una donna la cui freddezza sottende una profonda sofferenza esistenziale; quindi nelle commedie Company man (2000; Una spia per caso) di Peter Askin e Douglas McGrath e Heartbreakers (2001; Heartbreakers ‒ Vizio di famiglia) diretto da David Mirkin.
T.D. Maguffee, Sigourney Weaver, New York 1989; R. Sellers, Sigourney Weaver, London 1992.