ARNOLFINI, Silvestro
Nacque a Lucca da Iacopo e da Caterina Bartolomei. Fu battezzato nella chiesa di San Giovanni il 26 nov. 1525.
Fu il minore di cinque fratelli, Michele frate, Vincenzo, Francesco e Giovan Battista, dediti alle attività commerciali. Mentre i fratelli si occuparono degli affari nelle sedi di Lione, Anversa e Parigi, l'A. dimorò quasi stabilmente a Lucca, dove da un canto diresse la compagnia "della seta" "Figli di Iacopo Arnolfini e Lodovico Penitesi e C.", e d'altro canto esercitò cariche politiche, ed infine poté riunire un patrimonio terriero molto superiore a quello dei fratelli.
Il primo documento che lo riguarda risale al 1571: si tratta di una sentenza arbitrale da lui pronunciata sulle differenze che opponevano le due comunità di Convalle e di Fiano. Nell'anno 1575, dopo il fallimento della compagnia di Lucca (sett. 1574), fu pronunciata una sentenza compositoria sulle differenze che avevano opposto i vari soci Silvestro, Francesco e Giovan Battista Arnolfini e Lodovico Penitesi e Bernardino Viviani. Il nome dell'A. non figurò in tutti i contratti di vendita di terreni, che gli altri soci della compagnia alienarono come conseguenza del fallimento. Nel 1579 una nuova sentenza arbitrale venne pronunciata per appianare la vertenza sugli affari del banco fallito, che opponeva l'A. e Francesco Arnolfini agli altri due fratelli Vincenzo e Giovan Battista. Nello stesso anno venne stipulato un compromesso per vertenze sorte fra Alessandro de' Medici e l'Arnolfini.
Nel 1591 l'A. e il nipote Martino Arnolfini divisero tra loro i beni fidecommissari provenienti dall'eredità di Iacopo da Ghivizzano. Nell'estimo lucchese del 1599 i beni immobili dell'A. furono stimati ad un equivalente di 22.000 scudi.
L'A. esercitò per tre volte la carica di gonfaloniere di giustizia, nel 1586, nel 1592 e nel 1598. Nel 1572 era stato inviato come ambasciatore di ubbidienza della Repubblica di Lucca a Gregorio XIII.
Fece un primo testamento nel 1595, e ne redasse un secondo il 21 marzo 1600. Morì poco dopo.
Aveva sposato Franceschina Montecatini, da cui ebbe tre figli: Niccolò (1563-81), Margherita e Attilio (1570-1650 circa). Quest'ultimo fu a Lucca il corrispondente e, nel 1601, il procuratore del cognato Cesare Cenami, (marito della sorella Margherita), che aveva casa di commercio a Parigi; si conserva tuttora la corrispondenza commerciale da essi intrattenuta. Attilio fu inoltre ambasciatore ordinario della Repubblica lucchese in Spagna dal 24 giugno al 23 ag. 1615. Esercitò la carica di gonfaloniere di giustizia nel 1625, nel 1632, nel 1637, nel 1643 e nel 1649. Aveva sposato Caterina di Ferrante Sbarra, che portò una dote di 4500 scudi. Ebbe tre figli: Silvestro, Iacopo (nato nel 1590, fu cavaliere di Malta) e Vincenzo (1598-1638 c.). Silvestro nacque nel 1613 e fu padre di Attilio Francesco, che alla fine del secolo riunì un grossissimo patrimonio fondiario, grazie anche all'eredità Franciotti portatagli dalla moglie Chiara; nel 1693 il suo patrimonio fu iscritto nell'estimo lucchese per 50.000 ducati.
Bibl.: Lucca, Bibl. Governativa, ms.1102, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi: Famiglia Arnolfini (1241-1650), ff. 970-973, 995-1003, 1065, 1095, 1114-1163; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca dall'anno 1004 all'anno 1700, a cura di C. Minutoli, in Arch. stor. ital, s. 1, X (1847), suppl., p. 225; S.Bongi, Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, I, Lucca1872, p. 77, 187; II, ibid. 1876, p. 221; Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, V, Archivi Gentilizi, parte I, Archivio Arnolfini, Pescia1935, pp. 8, 14, 16, 19, 21, 24, 26, 28.