DANINI, Silvio Valentino (Valentin Amvrosievič)
Non sappiamo di dove fosse originario il padre di questo architetto operoso in Russia.
Nato nel 1867 da Ambrogio e da madre russa a Char´kov in Ucraina, nel 1886 si iscrisse all'Accademia di belle arti di Pietroburgo, dove studiò architettura sotto la guida di R. A. Gedike e D. A. Grimm. Compì brillantemente gli studi, tanto che nel 1888 meritò la medaglia d'argento di seconda classe e, nel 1890, al termine degli studi, quella di prima. Nel 1892 il suo progetto di una stazione ferroviaria gli valse la "piccola medaglia" d'oro e il titolo di artista di primo grado; l'anno dopo il suo nome è ricordato tra gli architetti addetti all'imperiale palazzo d'inverno di Pietroburgo. Dopo tre anni entrava come architetto nella direzione dei palazzi di Carskoe Selo ("Villaggio degli Zar", l'attuale Puškin). Dal 1896 l'attività del D. è quindi principalmente legata a Carskoe Selo e alla famiglia imperiale.
L'attività del D. si inserisce nel costante rinnovamento del complesso architettonico della principale residenza estiva della famiglia imperiale, per adeguarlo alle esigenze di funzionalità e modernità. Nel 1896 costruì la centrale elettrica in stile gotico inglese; portò a termine quindi (1899) la costruzione della chiesa del reggimento Kirasirskij della guardia imperiale (progettata inizialmente dall'architetto V. Kuricin). Negli anni seguenti costruì l'edificio dell'ospizio Demidov-Šeekov (1902), la scuola per infermiere (1903) e l'ospizio per i mutilati di guerra (1905), intitolati all'imperatrice Aleksandra Fedorovna; la rimessa e la casa del guardaboschi (1906); la clinica ostetrica (1907) M. L. Drožžina; la sede della Croce rossa (1907); il corpo centrale dell'edificio della direzione di polizia (1908). Ricostruì la clinica del palazzo imperiale nel 1903-13, e rifece completamente il bagno turco del XVIII secolo e la chiesa di Znamena, il cui progetto iniziale apparteneva a Ivan Blank e che era stata terminata nel 1738 da M. G. Zemcov.
Oltre alla costruzione di nuovi edifici, il D. curò a Carskoe Selo anche il restauro e la ristrutturazione del complesso dei palazzi. Riorganizzò il teatro Cinese dell'architetto V. I. Neelov, che faceva parte del "villaggio cinese", la cui costruzione era stata iniziata nel XVII secolo contemporaneamente a quella del palazzo principale. Rimodernò le cucine del palazzo grande, opera dell'architetto G. Quarenghi; ricostruì l'imbarcadero di granito secondo gli antichi disegni di Luigi Rusca; creò degli interni nuovi nel palazzo Aleksandrovskij sempre di Quarenghi; ampliò l'edificio della chiesa cattolica degli architetti D. Adamini e V. P. Stasov.
Come architetto di corte, il D. soddisfece pienamente le aspettative dello zar Nicola II, realizzando i nuovi edifici nello stile eclettico tipico della seconda metà del XIX secolo. Per i committenti privati adottò invece in genere uno stile neoclassico che risulta essere la variante più conservatrice del liberty pietroburghese. Lavorò molto infatti anche per committenze private. Nel primo decennio del 1900 a Carskoe Selo costruì le ville degli industriali Kokorev e Gudovič, oltre ad altri edifici. A Pietroburgo si occupò della ristrutturazione delle facciate di case di abitazione e costruì due edifici: il liceo scientifico (1912, via Pravda) e il ginnasio Schoenberg (1913, via Zvenigorod).
Dopo la rivoluzione del 1917 Carskoe Selo venne trasformato in villaggio per l'infanzia assumendo il nome di Detskoe Selo ("Villaggio dei bambini"). Il D. nel corso del 1919 lavorò nella direzione delle colonie per l'infanzia; nel 1920-23 fu consulente per l'aspetto architettonico nella commissione per il miglioramento delle condizioni di vita degli scienziati. Durante questi stessi anni gli venne commissionata la decorazione interna della Casa dello scienziato di Leningrado (ex palazzo del grande principe Vladimir, dell'architetto A. I. Rjazanov). Dal 1923 al 1938 il D. lavorò come architetto responsabile dei progetti per una stazione idroelettrica sul fiume Svir´, nella regione di Leningrado; una delle prime realizzazioni per "elettrificare tutto il paese" secondo la volontà di Lenin. Negli anni '30 partecipò alla decorazione interna della Casa dei soviet (architetti E. A. Levinson, I. A. Fomin, R. A. Gedike) di Leningrado.
Il D. è l'ultimo degli architetti italiani famosi in Russia; morì a Leningrado nel 1942.
Bibl.: S. N. Kondakov, Spisok russkih hudožnikov k jubilejnomu spravočniku Imperatorskoj Akademii Oudožestv (Elenco degli artisti russi per il Prontuario giubilare dell'Accademia imperiale di belle arti), Sankt-Peterburg 1914, p. 323; S. Vilčevskij, Carskoe Selo, Sankt-Peterburg 1914, passim; Arhitektory - stroiteli Peterburga - Petrograda načala XX v. (Gli architetti costruttori di Pietroburgo-Pietrogrado all'inizio del XX secolo), catal., Leningrad 1982, pp. 51 s.; 250let Akademii Uudožestv (250 anni dell'Accademia di belle arti), catal., Leningrad 1983, p. 91; L'opera del genio ital. all'estero, E. Lo Gatto, Gli artisti ital. in Russia, III, Gli architetti del sec. XIX a Pietroburgo..., Roma 1943, pp. 52, 133, 181.