Capo della rivolta giudaica contro i Romani, scoppiata nel 131 d. C. quando Adriano volle far ricostruire Gerusalemme come città pagana, con un tempio dedicato a Giove Capitolino. Vittoriosa dapprima, tanto che B. K. coniò persino monete, la rivolta - che ebbe anche l'appoggio spirituale di Rabbī ῾Aqībā - fu repressa dalle forze romane al comando di Giulio Severo, e B. K. trovò la morte nella disperata difesa della fortezza di Bētar dove si era rinchiuso (135). Alcune lettere di B. K. (una nuova variante del nome che qui compare è bn Kwsb'), una delle quali forse autografa, sono state rinvenute tra il 1952 e il 1961 a Murabba῾āt. B. K., che in altri documenti della medesima provenienza appare aver assunto il titolo di "principe (nāsī) d'Israele", v'impartisce energici ordini ai suoi luogotenenti. Altri documenti del tempo della rivolta, datati secondo gli "anni della liberazione d'Israele", mostrano il seguito popolare e la stabilità che il movimento insurrezionale riuscì a conseguire.