Scrittore nederlandese (Harlingen 1898 - Utrecht 1971). Laureatosi in medicina, dal 1932 si dedicò alla scrittura, con una vasta produzione, in versi e in prosa, caratterizzata dal tono parlato e oggettivo e dalla sobrietà dello stile. Più che per le raccolte poetiche (da Berijmd palet "Tavolozza in rima", 1933, a Gestelsche liederen "Canti dal campo di internamento", 1949), V. è noto per la produzione narrativa, che comprende opere di impianto autobiografico (gli otto romanzi del ciclo di Anton Wachter, tra cui notevole Terug tot Ina Damman "Ritorno a Ida Damman", 1934), psicologico (Meneer Visser's Hellevaart "La discesa all'inferno del signor Visser", 1936; De koperen tuin "Il giardino degli ottoni", 1950), storico (Het vijfde zegel "Il quinto sigillo", 1937; De nadagen van Pilatus "La vecchiaia di Pilato", 1938; Rumeiland, 1940, trad. it. L'isola del rum, 1963; De filosoof en de sluipmordenaar "Il filosofo e il sicario", 1961) e fantastico (De kelner en de levenden "Il cameriere e i vivi", 1949; trad. it. I viaggiatori del giudizio, 1968). Numerose raccolte di saggi testimoniano la vastità dei suoi interessi (Lier en lancet "Lira e bisturi", 1939; Kunst en droom "Arte e sogno", 1958; Het wezen van de angst "L'essenza della paura", 1970). Postumo (1972) è apparso il romanzo autobiografico Kind tussen vier vrouwen ("Ragazzo fra quattro donne") scritto nel 1933.