Medico, filosofo e teologo (Vagli o Lucca 1532 - Cracovia 1602). Esule per motivi di religione, raggiunse i Grigioni; a Ginevra ebbe una cattedra di filosofia, poi di medicina; ma, entrato in polemica con un altro lucchese, N. Balbani, capo della Chiesa italiana, fu costretto a lasciare la Svizzera. A Parigi insegnò al Collegio reale, dal quale fu espulso perché protestante; quindi a Heidelberg entrò in polemica con i luterani. A Lipsia fu medico dell'elettore e professore di filosofia; a Praga tornò pubblicamente al cattolicesimo (1581), lasciando però fondati dubbî sulla sincerità della sua conversione. A Cracovia fu medico di Stefano Báthory; ma dopo la morte di questo sovrano (1586) entrò in polemica, per le cause del decesso e la terapia impiegata, con il suo collega N. Buccella, anch'egli italiano ed eretico. Scrisse opere di medicina (Synopsis ... de tumoralium febrium natura, 1570; Disputatio de putredine, 1583) e in filosofia ebbe fama di scettico, intimamente estraneo a tutte le confessioni; e in effetti le sue numerose opere di filosofia aristotelica e di argomento morale (De vera nobilitate, 1572) rivelano una tendenza al naturalismo averroistico.