(gr. Συμπόσιον) Dialogo (noto anche come Convito) di Platone, che s'immagina svolto durante un banchetto nella casa del poeta tragico Agatone, in occasione della vittoria da lui riportata in un concorso drammatico (416 a. C.). I partecipanti, tra cui compare anche Aristofane, esprimono opinioni diverse intorno all'amore, che Socrate a sua volta spiega come impulso al divino, tendenza naturale alla contemplazione dell'Idea, fonte di felicità. Tra le cose più notevoli del dialogo è la raffigurazione di Socrate fatta per bocca di Alcibiade.
Enorme fu l'influenza di quest'opera nella letteratura filosofico-amorosa posteriore, che in certi periodi divenne un vero e proprio genere letterario. Discussa è la priorità di quest'opera rispetto a quella dallo stesso titolo di Senofonte.