SINTASSI (XXXI, p. 859)
Più che una nuova definizione della sintassi, le correnti più moderne della linguistica hanno messo sotto una luce nuova i rapporti fra la sintassi e le altre parti della grammatica e quello tra formule sintattiche e significati sintattici.
Un'opera di insieme è dovuta a O. Jespersen, Analytical Syntax, Londra 1937. Uno sguardo alla storia della sintassi appare in Ettmayer, Zu den Grundlinien der Entwicklungsgeschichte der Syntax, in Germanisch - Romanìsche Monatsschrift, XX, 1932, p. 208 segg.; limitatamente alla teoria della frase e con sguardo assai più aderente a vedute moderne v. E. Seidel, Geschichte und Kritik der wichtigsten Satzdefinitionen, Jena 1935.
Il metodo fonologico delle opposizioni non si è arrestato alle soglie della sintassi, anche se non ha potuto dare frutti simili a quelli ottenuti nella morfologia: v. A. W. de Groot, Les oppositions dans les systèmes de la syntaxe et des cas, in Mélanges Bally, 1939, p. 107 segg. Importante è dal punto di vista della grammatica generale lo studio della nozione di "rezione": L. Hjelmslev, La notion de rection, in Acta linguistica,1,1939, p. 10 segg. Per i rapporti di sintassi e morfologia è fondamentale la relazione di B. Trnka, Peut-on poser une définition universellement valable des domaines respectifs de la morphologie et de la syntaxe?, in Actes du sixième congrès international des linguistes, Parigi 1948, p. 19 segg.; cfr. A. W. de Groot, Zur Grundlegung der Morphologie und Syntax, Amsterdam 1938.
Di gran lunga più importanti e decisive sono le discussioni attualmente in corso sui rapporti tra sintassi e stilistica. Esse hanno bisogno di rifarsi da lontano, partire dalla "parola" (in senso saussuriano), trasfigurata dapprima nelle "scelte" stilistiche e da queste offerta poi alle "regole" sintattiche. I rispettivi campi d'azione non sono però costantemente fissati: come l'espressività abbozza scelte stilistiche, così le "scelte" stilistiche offrono materia a "regole" sintattiche, secondo una corrente che non si interrompe mai: confronta G. Devoto, Studi di stilistica, Firenze 1949. Occorre cioè considerare non la stilistica come coronamento della sintassi, ma la sintassi come un primo irrigidimento delle scelte e dell'individualismo stilistici nella collettività di quell'"istituto" che è la lingua.