Geologo scozzese (Kinnordy 1797 - Londra 1875), figlio di Charles. Può essere considerato il fondatore della geologia moderna: nella sua opera fondamentale Principles of geology (1830-1833), L. affermò ed estese la teoria dell'attualismo per spiegare i fenomeni geologici, contrapponendola alla teoria del catastrofismo allora dominante. L. propose inoltre per primo la suddivisione dell'era Cenozoica in Eocene, Miocene, Pliocene e Pleistocene e tentò di definire i limiti del Cambriano e del Siluriano.
Professore di geologia al King's College di Londra nel 1831, portò alla geologia il contributo di osservazioni raccolte durante molti viaggi in Europa e in America. Fu eletto nel 1835 presidente della Geological Society. Fu fatto baronetto nel 1864; alla sua morte venne sepolto nell'abbazia di Westminster.
Nella sua opera più significativa, Principles of geology (3 voll., 1830-33, e successive 12 edizioni, riviste e migliorate), L. pose le basi di una moderna geologia, rigettando la teoria del catastrofismo, allora dominante, e affermando quella dell'attualismo (o uniformismo) secondo la quale i fenomeni geologici avvenuti nel passato possono essere spiegati osservando quelli che operano attualmente, i quali obbediscono alle stesse leggi fisiche. Sulla base di questa teoria L. sostenne anche la teoria fluvialistica sull'origine delle valli a opera dei corsi d'acqua e studiò inoltre l'erosione regressiva delle cascate del Niagara in Nordamerica. Condusse studi anche sulla formazione e la struttura dei vulcani (Etna) e riconobbe inoltre la stretta relazione tra vulcanismo, attività sismica e tettonica. Fu in un primo momento contrario all'idea di evoluzione degli organismi, che accettò in seguito, dopo che Ch. Darwin enunciò il suo principio sull'evoluzione. L. applicò questo principio anche all'evoluzione dell'uomo, discutendone ampiamente nell'opera The geological evidence of the antiquity of man with remarks on theories on the origin of species by variation (1863). Un'altra importante opera di L. fu Elements of geology (1838), dove l'autore parla diffusamente della stratigrafia dell'Eocene, del Miocene e del Pliocene.