LEACH, Sir Edmund Ronald
Antropologo inglese, nato a Sidmouth (Devon) il 7 novembre 1910, morto a Cambridge il 6 gennaio 1989. Compiuti gli studi d'ingegneria all'università di Cambridge, dopo una breve attività commerciale in Cina (1932-37), nel 1938 seguì i corsi di B. Malinowski alla London School of Economics, dove conseguì il dottorato in Antropologia sociale. Dapprima insegnò Antropologia nella stessa scuola e poi, dal 1953, all'università di Cambridge dove fu professore di Antropologia sociale (1972-78), dopo essere stato fellow (1960) e provost (1966-79) del King's College. Fu membro dell'Accademia Britannica.
Tra gli epigoni dell'antropologia sociale funzionalista L. fu il più critico e indipendente. Una radicale esigenza di concretezza lo indusse ad anteporre costantemente alle generalizzazioni teoriche e alle dichiarazioni di metodo il valore probante delle istituzioni sociali e delle concezioni ideologiche così come si presentano nella realtà. Determinanti furono le sue ricerche sul campo.
Il lavoro professionale da ingegnere tra gli Yami di Botel Tobago, un'isola al largo di Formosa, segnò la sua conversione all'antropologia sociale. Nel 1938 fu tra i Kurdi Rowanduz dell'῾Irāq; nel 1939 iniziò la ricerca tra i Kachin della Birmania, proseguita fino al 1945, da cui elaborò la sua opera principale sui sistemi politici dei Kachin, Political systems of highland Burma (1954; trad. it., 1978), divenuta un classico dell'antropologia sociale. Nel 1947 compì una ricerca nel Borneo. Dal 1954 al 1956 lo studio dei Kandyan dello Śrī Laṅkā gli consentì di dimostrare, contro la concezione corrente, il rapporto dinamico dell'organizzazione della parentela con l'ambiente e il modo di produzione (Pul Eliya: a village in Ceylon, 1961).
L. distingueva due fasi nello sviluppo del suo pensiero: l'analisi sociale dei sistemi di parentela e lo studio della struttura del pensiero e della comunicazione. Distaccandosi nettamente dalla concezione struttural-funzionalista di A.R. Radcliffe-Brown e M. Fortes, che ritenevano i sistemi di parentela elementi organici della struttura sociale, L., sulla scorta del sistema birmano dei Kachin, li considerava invece fattori dinamici delle relazioni sociali e, secondo il sistema singalese dei Kandyan, li interpretava come espressione degli interessi comunitari, compresi quelli economici. La sua concezione del mito lo differenziò inoltre da Malinowski: anziché vedervi la carta costituzionale della società, L. ne rilevava il carattere strumentale, variabile nel racconto mitopoietico secondo l'interesse sociale e politico del narratore.
Rethinking anthropology (1961; trad. it., Nuove vie dell'antropologia, 1973), una raccolta di saggi occasionali, segnò il passaggio dalla prima alla seconda fase. In polemica ricorrente con i colleghi di Cambridge, M. Fortes e J. Goody, L. propone una propria ed ''eretica'' concezione dell'antropologia sociale. In realtà, egli si era andato accostando allo strutturalismo di C. Lévi-Strauss, cui l'analisi di L. del sistema Kachin aveva fornito il materiale illustrativo dello scambio generalizzato in Les structures élémentaires de la parenté (1949). Nella prospettiva strutturalista lévi-straussiana si muovono, con piena indipendenza critica, quasi tutte le opere della seconda fase, in particolare i saggi sul mito della Genesi (Genesis as myth and other essays, 1971), su cultura e comunicazione (Culture & communication. The logic by which symbols are connected, 1976; trad. it., 1981), sulla struttura della concezione di Michelangelo nella Cappella Sistina (Michelangelo's Genesis. A structuralist interpretation of the central panels of the Sistine Chapel ceiling, in Semiotica, 56, 1-2, 1985). L'opera di L. si caratterizza per la valutazione critica dei livelli di astrazione perseguiti sia dall'antropologia sociale nell'analisi delle istituzioni sociali, sia dallo strutturalismo di marca lévi-straussiana nell'analisi dei miti e delle ideologie, e si distingue, infine, per l'interesse singolare verso lo studio delle correlazioni tra arte e ideologia religiosa.
Fra le altre opere: L'unité de l'homme et autres essais (1980); Social anthropology (1982).