Regista britannico (n. Barnstaple 1943). Rivelatosi già al Royal Lyceum di Edimburgo per i suoi allestimenti di autori contemporanei, quando nel 1973 divenne direttore artistico della Nottingham Playhouse si segnalò per la politica innovativa, commissionando testi agli autori del nuovo teatro inglese come H. Brenton, D. Hare e T. Griffiths. Direttore associato del National Theatre dal 1982, vi successe (1988-97) a sir Peter Hall. Regista dotato di humour caustico e sensibilità, capace di passare da W. Shakespeare (Hamlet, 1980; Richard III, 1990; Macbeth, 1993; King Lear, 1997) a B. Brecht e a E. De Filippo (Napoli milionaria, 1991), ha tuttavia prediletto un autore radicale come D. Hare, di cui fra l'altro ha messo in scena The David Hare trilogy (Racing demon, Murmuring judges, The absence of war, 1993); nel 1997 ha diretto The Invention of Love, di T. Stoppard. Attivo anche nel teatro musicale (The beggar's opera e Guys and dolls, entrambi del 1982), all'opera e alla televisione (anche come produttore della BBC), per il cinema ha firmato The ploughman's lunch (L'ambizione di James Penfield, 1983), aspra commedia di costume sul carrierismo degli anni Ottanta, Loose connection (Compagni di viaggio, 1983) e Laughter house (Il giorno delle oche, 1984). Più recenti sono Iris (Iris. Un amore vero, 2001); Stage beauty (2004); Notes on a scandal (2006); The other man (L'ombra del sospetto, 2008); The Children act (2017; The children act - Il verdetto, 2018). Ha pubblicato le sue memorie in Utopia and other places (1993) e Changing stages (2000).