SKOPLJE (in turco Üsküb, dal nome dell'antica tribù illirica di Scupi; A. T., 77-78)
Città principale della Macedonia serba, capoluogo del Banato del Vardar, Iugoslavia. Si trova sulla fondamentale direttrice naturale del traffico nella Balcania (il solco Vardar-Morava), in posizione che comanda le vie di penetrazione all'Ovčepolje nel SE., alla conca di Tetovo nel SO. e all'importantissimo piano di Kosovo (v.) nel NO.
La città è sorta su un gradino al margine della piana in cui avviene l'influenza del Lepenac e di altri torrenti nel Vardar, a riparo quindi dalle inondazioni e dagli acquitrini, che infestano e più infestavano la bassura. Alle sue spalle si leva il maestoso baluardo dello Šar Planina (v.). Le scarse ruine di Scupi, l'antichissimo centro illirico, sorgono circa 5 km. a NO. Turchi e Albanesi costituivano i 3/5 della popolazione sino alla fine del sec. XIX. Grande sviluppo ha raggiunto la città dopo l'unione con la Serbia (1912) e specialmente dal 1918 in poi. L'elemento slavo è divenuto preponderante, le bassure sono state risanate dal Genio rurale e dall'Istituto d'igiene che qui hanno sede, le costruzioni sono state rinnovate e si è rotto il carattere etnico dei quartieri. La città si è estesa anche sulla riva destra del Vardar e si è cinta di ville e di opifici. Fra il 1919 e il 1932 ben 1600 costruzioni nuove sono state edificate e l'influenza intellettuale ed economica di Skoplje oltrepassa ormai l'ambito della Macedonia.
La popolazione che da 32.000 ab. al principio del secolo era salita a 47.384 nel 1910, nonostante la forte diminuzione del periodo bellico (41.066 nel 1921), si presenta più che doppia alla fine del trentennio: 64.807 ab. nel 1931. Circa un quarto sono oggi i musulmani (Albanesi, Turchi), il rimanente è di Slavi ortodossi, classificati nel censimento come Serbi, ad eccezione di 2000 Israeliti e 600 Aromuni.
Dalla stazione ferroviaria sulla Belgrado-Salonicco si stacca un tronco verso O. alla volta di Tetovo, Gostivar, Ochrida.
Istituti di cultura. - Skoplje possiede una facoltà di filosofia, fondata nel 1920, con una biblioteca di più di 60 mila volumi. Sono inoltre da ricordare un Archivio di stato costruito nel 1926 e lo Skopsko Naucno Drustvo (Soc. scientifica di Skoplie), fondata nel 1921 e riorganizzata nel 1925, per ricerche scientifiche in ogni campo, con pregevoli pubblicazioni.
Monumenti. - Delle costruzioni dell'epoca di Giustiniano si è conservato l'acquedotto a 55 grandi archi. Anche la roccaforte chiamata Dušanov grad risale probabilmente alla bassa antichità. Il principale monumento bizantino, del sec. XII, è il monastero nel villaggio Nerezi nad Skopljem, i cui affreschi, del 1164, costituiscono un esempio caratteristico del crescente realismo e della tendenza all'espressione della vita emotiva. Delle numerosissime fondazioni, monasteri e chiese, fatte da re serbi, a cominciare da Milutin (1283), nulla si è conservato. Fra i minareti turchi il più antico e maggiore è quello del sultano Murat (1430) che sorge sul luogo dell'antico palazzo dei re serbi. Più bello e più pregevole è il minareto di Gazi-Isa-Beg (1476) al posto della chiesa di S. Giorgio. Dei monumenti dell'architettura secolare islamica, il medievale bazar Kursunlija-Han si salvò dall'incendio dell'anno 1689; vi è collocato il lapidario dell'odierno museo della Serbia meridionale.
Storia. - Fu la romana Scupi, sorta allo sbocco del Lepenac nel Vardar e in seguito divenuta centro principale della Dardania. Distrutta nel 518 da un terremoto, fu, poco distante, riedificata da Giustiniano che le impose il nome di Iustiniana Prima e nel 535 ne fece il centro di un'archidiocesi indipendente da Salonicco. Nel sec. VII incominciarono tutto intorno a stanziarvisi gli Slavi. Rimase tuttavia, con qualche intervallo di dominio bulgaro, sotto l'Impero Romano d'Oriente sino alla fine del secolo XIII. Entrò quindi, sotto il regno di Milutin (1282-1321), a far parte della Serbia divenendone il centro politico, religioso ed economico più importante. Nella dissoluzione della Serbia passò ai Turchi che, affermatavi la sovranità ancor nel 1371, la tennero in dominio diretto quasi ininterrottamente dal 1392 al 1912. Nei secoli XV-XVII, cancellata quasi ogni traccia delle precedenti dominazioni, assunse carattere schiettamente orientale, mentre il circostante territorio si popolava fortemente di Albanesi. Fiorente, popolosa, ricca di belli edifici, fu nel 1689 distrutta e incendiata dalle milizie austriache che durante la Sacra Lega del 1683-99 erano riuscite a penetrare sin giù nella vallata del Vardar. Scarsa ne fu l'importanza nel sec. XVIII. Si riebbe a poco a poco nel sec. XIX quando fu attivata l'attuale rete di comunicazioni balcaniche. Dopo le guerre del 1912-13 passò alla Serbia. Durante la guerra mondiale fu nel 1915 occupata dai Bulgari, per entrare, nel 1918, dopo la vittoria dell'Intesa, nel regno di Iugoslavia.
Bibl.: N. Vulić, Teritorija rimskog Skoplja (Il territorio di Skoplje romana), in Glasnik skopskog naučnog društva, I (1925), p. 1 segg.; G. Elezović, Turski spomenici u. Skoplju (I monumenti turchi a Skoplje), ibid., I (1925), i, p. 135 segg.; II, p. 397 segg.; K. Kostić, Naši novi gradovi na jugu (Le nostre nuove città del sud), Belgrado 1922; R. Grujić, Skoplje u prošlosti (Skoplje nel passato), ivi 1922; J. Vasiljević-Hadži, Skoplje i njegova okolica. Istoriska, etnografiska i kulturno-politička izlaganja (Skoplje e i suoi dintorni. Dissertazioni storiche, etnografiche e politico-culturali), ivi 1930.