Slovacchia
Una giovane repubblica slava
Stato indipendente da pochissimi anni, e da ancora meno membro dell’Unione europea, la Slovacchia sta sperimentando situazioni nuove e stimolanti: il paese ha saputo superare in breve le difficoltà dei primi tempi dell’indipendenza, e i rapporti di collaborazione con i vicini e con il resto d’Europa hanno rafforzato il suo equilibrio
Montuosa e altocollinare per circa tre quarti, priva di sbocchi al mare, la Slovacchia non ha però grandi vette, fuorché nei Carpazi (Monte Gerlach, 2.655 m), di cui comprende alcune parti – Beschidi, Alti e Bassi Tatra – a nord. A sud prevalgono colline e pianure solcate da fiumi (Morava, Váh, Tibisco) che affluiscono al Danubio; questo attraversa lacapitale Bratislava (427.000 abitanti) e segna un tratto del confine con l’Ungheria.
Il clima continentale favorisce la presenza di fitti boschi sulle montagne e intense coltivazioni (frumento, orzo, mais) nelle valli e pianure.
La popolazione per l’86% è slovacca, con una numerosa minoranza ungherese, e vive in gran parte nelle campagne e in piccoli centri: l’agricoltura (cereali, piante industriali) e l’allevamento bovino sono molto praticati. Oltre la capitale, le poche città – solo Košice, a est, ha una dimensione ragguardevole – accolgono gli impianti industriali (meccanici, chimici, tessili) che in parte lavorano risorse locali (carbone, metalli).
Le condizioni di vita sono buone e stanno migliorando, specie dopo l’ingresso nell’Unione europea.
La Slovacchia è diventata uno Stato sovrano e indipendente nel 1993. Il suo territorio, abitato sin da epoche remote, fu occupato da popolazioni celtiche, germaniche e poi slave, e incluso in diverse formazioni politiche. Nel 9° secolo, quando fu cristianizzato secondo il rito bizantino, esso faceva parte dell’impero della Grande Moravia. Tra il 9° e l’11° secolo passò quindi sotto la sovranità dell’Ungheria, di cui condivise le sorti – integrandosi nell’Impero asburgico a partire dal 18° secolo – sino alla conclusione della Prima guerra mondiale (1914-18).
Nel 1918 la Slovacchia, insieme alla Boemia e alla Moravia, divenne parte della neonata repubblica di Cecoslovacchia. Tra le due guerre mondiali il paese fu coinvolto nelle profonde tensioni che investirono l’Europa centrale di fronte alla minaccia della Germania nazista. Dopo gli accordi di Monaco (1938) e alla vigilia dell’invasione tedesca della Boemia e della Moravia (1939) esso si diede una fittizia indipendenza sotto il governo filonazista di Josef Tiso, ma rimase di fatto sottomesso alla Germania hitleriana per tutto il corso della Seconda guerra mondiale (1939-45). Nel 1945, dopo la liberazione, la Slovacchia fu inclusa nella rinata Cecoslovacchia, che nel 1948 divenne un paese comunista, pienamente integrato nel blocco dei paesi posti sotto la leadership dell’Unione Sovietica. In questo quadro essa riuscì a ottenere una crescente autonomia.
Le tensioni con la componente ceca della popolazione rimasero tuttavia profonde, e riemersero con la caduta del regime comunista nel 1989-90. Si giunse così nel 1993, in modo pacifico e in seguito a un referendum popolare, alla dissoluzione della Cecoslovacchia e alla formazione, sulle sue ceneri, della Repubblica Ceca e della Repubblica di Slovacchia. Quest’ultima ottenne in tal modo l’indipendenza, ma in un contesto di forte arretratezza economica. Come altri paesi dell’ex blocco socialista, la Slovacchia è entrata a far parte dell’Unione europea nel 2004.