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SOFONISBA

di Gaetano DE SANCTIS - * - Enciclopedia Italiana (1936)
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SOFONISBA (Sophoniba in Livio, Σωϕονίβα in Diodoro, Σοϕωνίς in Dione Cassio; il vero nome è probabilmente Ṣaphonba‛al)

Gaetano DE SANCTIS
*

Nobile cartaginese, figlia di Asdrubale di Gisgone, uno dei generali più famosi della seconda punica, celebrata unanimemente dalla tradizione per la bellezza e le alte doti d'animo e d'ingegno. Sposò il re dei Massesili Siface, e cooperò a renderne fida la collaborazione a Cartagine. Quando, vinto e fatto prigioniero Siface da Massinissa e da Lelio (203 a. C.), essa cadde in mano dei vincitori, Massinissa la fece sua sposa, ma Scipione, sobillato da Siface che, indotto dalla gelosia, gli fece presente quanto fosse pericolosa per Roma l'unione di Massinissa con S., avvertì Massinissa che S. non poteva essere sottratta al bottino romano di guerra. Allora Massinissa, per risparmiarle il disonore della prigionia, le offerse un veleno che essa bevve coraggiosamente.

Così Livio, ma è chiaro che si tratta di storia romanzata, sebbene fondata su elementi di fatto. Ci manca qui il riscontro di Polibio, il quale, pur senza darne il nome, accenna all'influsso di lei su Siface. Altri scrittori (Diodoro, Appiano, Dione) seguono una tradizione deteriore la quale suppone che S., prima d'essere sposata a Siface, fosse fidanzata o anche sposa di Massinissa; ciò evidentemente per scusarla della facile accettazione delle nuove nozze.

È molto probabile che la novella di S. sia stata elaborata poeticamente fino dall'antichità e che Livio stesso ne avesse davanti a sé un'elaborazione poetica. A noi nel campo della poesia antica non rimane su di lei che un breve cenno dipendente da Livio in Silio Italico. Ma della diffusione che ebbe la leggenda nell'antichità fanno testimonianza due pitture pompeiane che rappresentano la morte di Sofonisba.

Singolare fortuna ebbe poi la leggenda nella letteratura del Rinascimento, a partire dal Petrarca che, per non parlare di un episodio dei Trionfi, dedica a S. e a Massinissa alcune tra le pagine più celebri e artisticamente più persuasive della sua Africa. Tralasciando la menzione dei minori, ricorderemo che proprio con opere dedicate a S. prende l'avvio, in Italia e in Francia, la tragedia "classica", per opera rispettivamente di G. G. Trissino e di J. Mairet, seguiti da Corneille, Voltaire, Alfieri. Il tema piacque anche in Inghilterra (J. Marston, N. Lee, J. Thomson); tentò, in Germania, nel pieno del Romanticismo, E. Geibel; ispirò anche non poche opere per musica: solo in Italia, dai primi del sec. XVIII alla metà del XIX, se ne contano non meno di una quindicina.

Bibl.: Insufficiente l'articolo di U. Kahrstedt in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 1099 segg. Per le pitture pompeiane di Sofonisba, v. O. Jahn, Tod der Sophonisba, Bonn 1859; W. Helbig, Wandgemälde der Städte Campaniens, Lipsia 1868, p. 313, n. 1385; J. J. Bernoulli, Römische Ikonographie, I, p. 56 segg.; O. Elia, in Notizie degli Scavi, 1934, p. 282 segg. Per la fortuna letteraria: P. Feit, S. in Geschichte und Dichtung, Lubecca 1888; Ch. Ricci, S. dans la trag. class. ital. et franc., Torino 1904.

Vedi anche
Gian Giorgio Trìssino Trìssino, Gian Giorgio. - Letterato (Vicenza 1478 - Roma 1550). Il nome di Trissino, Gian Giorgio è noto soprattutto per la Sofonisba (1514-15, pubbl. 1524), prima tragedia 'regolare', cioè composta secondo le regole di Aristotele, e per il Castellano (1529), in cui sostenne che la lingua letteraria ... Giovanni Rucellài Rucellài, Giovanni. - Poeta (Firenze 1475 - Roma 1525), figlio di Bernardo e di Nannina, sorella di Lorenzo de' Medici; fattosi ecclesiastico, ebbe importanti incarichi da Leone X e Clemente VII. Era, quando morì, castellano di Castel Sant'Angelo: e G. G. Trissino da lui intitolò Il castellano, il suo ... Vittorio Alfièri Alfièri, Vittorio. - Poeta (Asti 16 genn. 1749 - Firenze 8 0tt. 1803). Scrittore di alti ideali, ha precorso le istanze politiche e morali del Risorgimento. Autore di numerose raccolte di versi (Rime, 1804) e di un'autobiografia (Vita), dal 1776 al 1786 compose diciannove tragedie in endecasillabi sciolti, ... Andrea di Pietro della Gondola detto Pallàdio Pallàdio, Andrea di Pietro della Gondola detto. - Architetto (Padova 1508 - Vicenza 1580). Lavorò prima a Padova, come tagliatore di pietra, nella bottega di B. Cavazza da Sossano (1521), e poi (dal 1524) a Vicenza, nella bottega in Pedemuro dell'architetto e scultore Palladio, Andrea di Pietro della ...
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    (lat. Sophoniba; gr. Σοϕονίβα o Σοϕωνίς, prob. dal punico Saphonba῾al). - Nobile cartaginese, figlia di Asdrubale e sposa di Siface, re dei Massesili. Vita Secondo la tradizione, certamente romanzata, raccolta da Livio, quando Siface fu vinto da Massinissa e Lelio (203 a. C.), Sofonisba andò sposa ...
Vocabolario
petrarchésco
petrarchesco petrarchésco agg. (pl. m. -chi). – Del poeta Francesco Petrarca (1304-1374): il canzoniere p.; che concerne il Petrarca: studî p.; un volume di critica p.; conforme allo stile, alle forme metriche del Petrarca: autore di sonetti,...
servire
servire v. tr. e intr. [lat. servire, propr. «essere schiavo», da servus «schiavo»] (io sèrvo, ecc.; come intr., aus. avere e, in alcuni sign., essere). – 1. Essere servo, schiavo, soggetto interamente alla volontà altrui; in senso generico...
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