solidarietà
Un reciproco sostegno
La solidarietà è un sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza comune e dalla condivisione di interessi e di fini, e trova espressione in comportamenti di reciproco aiuto e di altruismo. La solidarietà può instaurarsi tra i membri di un particolare gruppo sociale – ne è un esempio la solidarietà operaia – ma può essere anche un sentimento di fratellanza universale
Il termine solidarietà deriva dal latino solidum, che significa «moneta» e, in particolare, dall’espressione del diritto romano in solidum obligari («obbligazione in solido»), cioè un’obbligazione per cui diversi debitori si impegnano a pagare gli uni per gli altri e ognuno per tutti una somma presa in prestito o dovuta in altro modo. La locuzione tecnica obbligazione in solido resterà nel linguaggio giuridico con il suo significato originario, ma intorno all’Ottocento il termine solidarietà comincia a entrare nell’uso nella sua accezione moderna per esprimere l’idea di una fratellanza universale degli uomini, la convinzione che l’intero genere umano formi un’unica famiglia.
Fu in Francia, verso gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, che il termine solidarietà viene introdotto per la prima volta nel significato di «legame di ciascuno con tutti» dai padri fondatori della sociologia, Auguste Comte ed Émile Durkheim. In Durkheim, in particolare, il concetto di solidarietà diventa sinonimo di coesione o integrazione sociale. Nella sua opera più importante, La divisione sociale del lavoro, egli distingueva due forme di solidarietà: meccanica e organica. La prima è tipica delle società ‘semplici’, poco differenziate, nelle quali la divisione del lavoro è scarsamente sviluppata, società tenute insieme dalla credenza in un’origine e in un’identità comune: la solidarietà meccanica si basa quindi sull’omogeneità, sulla vicinanza, sulla comunanza di vita. La solidarietà organica, invece, contraddistingue le società complesse, in cui si è sviluppata la divisione del lavoro e la differenziazione sociale, che rendono gli individui sempre più dipendenti gli uni dagli altri. Dall’interdipendenza reciproca tra le varie funzioni e professioni svolte da individui e gruppi sociali nasce un vincolo di solidarietà che Durkheim definisce organica.
Alla valenza universalistica del concetto di solidarietà intesa come unione del genere umano si contrappone un’accezione più ristretta, che intende la solidarietà come comunione di interessi e di fini di un particolare gruppo o di una categoria sociale contro un antagonista. In questa concezione si può essere solidali soltanto contro qualcuno. Una solidarietà universale della società può esistere unicamente di fronte a certi eventi naturali – catastrofi come terremoti, inondazioni e così via – ma anche in questo caso avrebbe un carattere di difesa contro qualcosa.
È con lo sviluppo del movimento operaio intorno agli anni Sessanta dell’Ottocento che si afferma una concezione della solidarietà che mette in risalto l’aspetto dell’azione collettiva nonché quello dell’eguaglianza della posizione sociale e degli scopi dell’azione. Qui il concetto di interessi e di contrapposizione di classe viene già chiaramente messo in relazione con la solidarietà. Nel 1864 la Prima Internazionale dei lavoratori si diede un regolamento provvisorio in cui si menzionava la solidarietà «tra gli operai dei diversi settori occupazionali in ciascun paese» e l’«unione fraterna tra i lavoratori dei diversi paesi» (socialismo).
Il concetto di solidarietà, spogliato di ogni connotazione antagonistica e inteso nel senso di reciproco sostegno, avrà un ruolo importante nelle politiche sociali di cui in tempi e con modalità diverse si fecero promotori gli Stati europei a partire dalla fine dell’Ottocento. In epoca premoderna, quando le misure assistenziali costituivano l’unica forma di politica sociale, la solidarietà esisteva unicamente nel contesto delle cosiddette reti sociali primarie: la famiglia, il vicinato, le associazioni religiose e così via. Nel 20° secolo, invece, le politiche solidaristiche realizzate dallo Stato sono considerate un diritto, anziché forme di carità o di altruismo.