Pittore (Canale, Serino, 1657 - Barra, Napoli, 1747). Allievo di suo padre Angelo, nel 1674 si trasferì a Napoli dove studiò con F. De Maria. Determinante per la sua formazione fu la lezione di L. Giordano, che successivamente S. rinnovò attraverso lo studio di M. Preti, G. Lanfranco, P. da Cortona; si giunge così alle grandi opere barocche della prima fase, che uniscono alla grande sensibilità cromatica e luministica una maggiore solidità volumetrica, sottolineata dai forti contrasti tra ombre e luci, in composizioni complesse e scenografiche (affreschi della sacrestia di S. Paolo Maggiore, 1689-90; tele in S. Nicola alla Carità, 1697). I contatti con l'ambiente romano classicista e marattesco condussero S. alla ricerca di un maggiore equilibrio formale e a un linguaggio talvolta venato di accenti accademici; tra le opere migliori di questo periodo è la Cacciata di Eliodoro (1725, Gesù Nuovo). Dall'inizio degli anni Trenta lo stile di S. ebbe una nuova felice svolta in senso barocco, recuperando le esperienze giovanili in una pittura dagli intensi contrasti cromatici e dalla ricca inventività (Trionfo di Carlo III di Borbone alla battaglia di Gaeta, Caserta, Palazzo Reale; Ritratto di Marzio Carafa, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte). La sua attività ebbe notevoli riflessi, anche attraverso l'opera dei suoi allievi, sull'ambiente artistico contemporaneo.