SOMA
. Pianta montana dell'India (generalmente identificata con un'asclepiadacea o da alcuni con una specie di canna da zucchero), dalla quale si estraeva un succo inebriante, che, puro o commisto ad altre sostanze, veniva offerto agli dei nel più importante fra i sacrifici vedici. Date tali qualità del soma, non è difficile comprendere come esso stesso potesse assurgere col tempo a essenza di una vera e propria divinità, che, dotata appunto di forza atta a esaltare gli uomini e muovere gli dei e i mani a gagliarde imprese, fosse in grado di compiere, da sola o con gli dei, gesta mirabili. Il dio Soma, dalle caratteristiche antropomorfiche assai poco determinate, ha la sua patria nel cielo. Così, particolarmente nel periodo postvedico, esso verrà identificato, anche perché di colore giallo, con la luna. Quasi tutti gli inni del libro nono del Ṛgveda e pochi altri ancora (complessivamente centoventi) sono dedicati a questa importantissima divinità, la cui origine e il cui sviluppo indoiranici ci sono fatti palesi da continue corrispondenze dei due testi, non solo nel nome (soma nel Ṛgveda = haoma nell'Avestā), ma pure nelle caratteristiche proprie della pianta o della bevanda, da un lato, e della divinità dall'altro.
Bibl.: H. Oldenberg, Die Religion des Veda, trad. fr., Parigi 1903, pp. 147-55; A. A. Macdonell, Vedic Mythology, in Grundriss der indoarisch. Philolog. u. Altertum's Kunde, III, i, Strasburgo 1897, pp. 104-14.