Sparta
Città dorica della Laconia. Dall’età arcaica fino al termine del 3° sec. a.C. fu controllata da una diarchia, con il potere dato a due re appartenenti alle famiglie degli Agiadi e degli Euripontidi. La società era organizzata in tre tribù (illei, dimani, panfili) aventi anche una funzione militare. Il regolamento della città era dato dalla Grande rhetra, una legge non scritta ricevuta da Licurgo da parte dell’oracolo delfico nell’8° sec. a.C. Sin dall’età arcaica S. fu il fulcro di un insieme di territori del Peloponneso soggetti alla sua egemonia. In questo sistema decisiva fu la Messenia, una terra conquistata e direttamente controllata da Sparta. Il lavoro nelle zone messeniche era affidato agli iloti, mentre il ricavato dei raccolti era destinato a Sparta. La città usufruiva anche dei perieci, appartenenti a comunità periferiche e chiamati secondo la necessità a prestare servizio militare nell’esercito spartano. Tra la seconda metà dell’8° sec. a.C. e la metà circa del 7° numerosi furono i conflitti tra S. e la Messenia: si tratta delle cosiddette guerre messeniche ricordate nei componimenti del poeta spartano Tirteo. S. si assicurò una notevole centralità negli equilibri di forza nel Peloponneso. L’unica attenzione rivolta da S. al di là dei confini del Peloponneso fu per la fondazione della colonia di Taranto. Nella Grecia continentale S. affrontò scontri con Argo: il primo conflitto si concluse con la vittoria argiva a Isie (669-668 a.C.); ma nel 494 a.C. a Sepeia S. ebbe ragione di Argo. Continue furono le tensioni anche con Tegea per il possesso della Sciritide. In politica estera nel 6° sec. a.C. S. intervenne contro i regimi tirannici di Atene e di Samo. Intanto la città divenne il centro di una fitta rete di alleanze, la Lega peloponnesiaca, attestata per la prima volta nel 506 a.C. e comprendente, tra le altre, le città di Elice, Sicione, Corinto, Elide, Tegea. Durante il conflitto contro i persiani S. svolse un ruolo di primo piano nella difesa della Grecia continentale, in particolare nelle battaglie delle Termopili (480 a.C.) e di Platea (479 a.C.). Dopo il 477 a.C. S. perse la propria posizione di rilievo e la sua politica tornò ad avere un orizzonte più locale. Tra il 459 e il 446 a.C. si accese lo scontro tra S. e Atene, terminato con la stipula di una pace di trent’anni, violata dallo scoppio della guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), da cui gli spartani uscirono vittoriosi. La fine dell’egemonia spartana nel Peloponneso fu sancita nel 4° sec. a.C. dalla perdita del controllo della Messenia (370-369 a.C.) e dalla sconfitta nella battaglia di Leuttra a opera dei tebani (371 a.C.). Nonostante i tentativi di resistere all’avanzata macedone, S. fu sconfitta nel 331 a.C. La città fu occupata nel 222 a.C., dopo la vittoria a Sellasia da parte delle forze macedoni e della Lega achea. Al momento dello scioglimento di quest’ultima (146 a.C.) S. divenne federata di Roma. Ormai privata anche delle città costiere, unite in una federazione autonoma, in età imperiale S. conobbe solo vicende di scarso rilievo. Nel 395 d.C. la città fu quasi completamente distrutta da Alarico.