vita, speranza di
Indicatore della durata media della vita a partire da un’età stabilita, utilizzato nelle scienze attuariali e nelle statistiche demografiche. Equivalente al concetto di vita media (ingl. life expectancy), è calcolato per mezzo delle costanti biometriche riportate nelle tavole di mortalità (➔). Un indicatore particolarmente importante è la speranza di v. alla nascita (o v. media), un indice statistico che misura il numero medio di anni che restano da vivere a un neonato nell’ipotesi in cui, nel corso della sua esistenza, sperimenti i rischi di morte che si sono rilevati nell’anno di riferimento. A causa delle forti differenze nelle aspettative di v., essa è in genere calcolata distintamente per uomini e donne. La lunghezza della v. media è aumentata considerevolmente nei Paesi economicamente avanzati a partire dalla seconda metà del 19° sec., grazie soprattutto alla riduzione della mortalità infantile e ai notevoli progressi in campo medico. Il suo valore è infatti strettamente correlato al tasso di mortalità: l’innalzamento, per es., può essere la semplice conseguenza del calo dei tassi di mortalità infantile, senza che vi sia un effettivo allungamento nella soglia di v. complessiva delle persone sopravvissute all’infanzia.
Alla fine del primo decennio del 21° sec., la speranza di v. alla nascita era pari a 69,4 anni a livello mondiale, anche se emergevano notevoli differenze tra le aree del pianeta, principalmente legate al loro reddito. Tra i Paesi classificati ad alto reddito dalla Banca Mondiale (➔), nel 2009 la speranza di v. era pari a 79,6 anni e tra quelli a basso reddito a 58,4, con numerosi Paesi africani al di sotto dei 50 anni.
Molto probabilmente, differenze nei regimi di mortalità tra le varie popolazioni del pianeta sono sempre esistite, mai però di proporzioni rilevanti come all’inizio del terzo millennio. Si può constatare, infatti, la coesistenza di condizioni con una speranza di v. quasi doppia rispetto alle prime stime europee del 1800 (75-80 anni) e di situazioni in cui i progressi nel controllo della mortalità sono stati modesti o nulli (45-55 anni). Ciò è in larga misura causato dall’allargamento del differenziale di reddito e di sviluppo tra Paesi. La speranza di v. fornisce, infatti, una misura dello stato sociale, ambientale e sanitario in cui vive una popolazione e perciò, oltre a rappresentare un indice demografico, è utile anche per valutare lo stato di sviluppo di un Paese.
Secondo le stime del 2010, la v. media della popolazione italiana è di 84,4 anni per le donne e di 79,2 anni per gli uomini. L’incremento dal 2001 al 2010 è stato di oltre 2 anni per gli uomini e di 1,6 anni per le donne. Nel 2009, i valori della speranza di v. collocavano l’Italia al secondo posto nella graduatoria dell’UE27 per gli uomini, e al terzo per le donne. Le Marche, sia per gli uomini (80,1 anni) sia per le donne (85,4 anni), sono la regione in cui si vive più a lungo; la Campania quella in cui la speranza di v. è più bassa (77,7 anni per gli uomini e 83 per le donne). Complessivamente, il Mezzogiorno si colloca al di sotto della media nazionale.