BONAMICI, Stanislao (Antonio)
Editore, nato a Livorno nel 1815. Fu indirizzato agli studî da F. D. Guerrazzi, ma preso da vocazione monastica si fece minore conventuale. Deposto improvvisamente l'abito, si recò in California e vagabondò poi in molti luoghi. Fu lettore della Divina Commedia presso l'imperatrice di Russia, allorché questa svernò a Nizza, indi professore nell'università di Ginevra, ove sposò Emma Bégoz, figlia del comandante della legione di Vaud. Nel 1844 assunse a Losanna la successione editoriale di Marc Ducloux, continuando con la ditta S. Bonamici e C., cambiata, dopo il fallimento, in "Società editrice l'Unione". Il periodo di maggiore floridezza della casa fu fra il 1846 e il 1847, durante il quale pubblicò le opere del Mazzini, del Durando, di Filippo De Boni, del Balbo e del Gioberti: libri tutti destinati a varcare il confine per essere poi venduti clandestinamente in Italia, al pari di quelli della Tipografia Elvetica di Capolago. L'editore del Gioberti, esule a Bruxelles, era il Meline, ma il filosofo torinese, considerando troppo onerose le condizioni fattegli (un franco ogni copia venduta), pensò di rivolgersi per il Gesuita moderno al B., portando egli stesso il manoscritto a Losanna nella tema che potesse essere sottratto dalla censura. L'impedimento posto dai governi alla diffusione della nuova opera del Gioberti determinò il fallimento del B.; nel dicembre del 1848 la tipografia era in mano dei creditori. Il B. riprese la vita randagia: si crede sia andato in America e poi in Australia. Ritornò in Italia, e si rifece frate; poi riabbandonò la carriera ecclesiastica, e morì verso il 1891 professore governativo a Trevi (provincia di Perugia).
Bibl.: P. Barbèra, Annuario Italiano Arti Grafiche, 1912; cfr. anche G. Stiavelli, Un editore benemerito del Risorgimento Italiano, in Il Risorgimento Italiano, Rivista storica, I (1908), pp. 863-868; D. Silvestrini, Una tipografia del Risorgimento (S. Bonamici e C., Losanna 1845-50), Bellinzona 1924.