Starnuto
Lo starnuto è un atto riflesso respiratorio, consistente in una profonda inspirazione seguita da un'espirazione violenta, con urto sonoro della colonna d'aria contro le fauci e le coane, le quali si aprono con forza, in modo tale che l'aria invade a pressione le fosse nasali, spazzandone il contenuto. In genere rappresenta una reazione di difesa della mucosa nasale nei confronti di stimoli diretti oppure provenienti da regioni vicine. Nell'atto dello starnuto si possono distinguere tre fasi: la prima è caratterizzata da un'inspirazione profonda (che fa immagazzinare un notevole volume d'aria); la seconda è contraddistinta dalla compressione dell'aria al di sotto della glottide, che rimane chiusa; l'ultima fase, espulsiva, si caratterizza per l'espulsione violenta dell'aria dal naso e dalla faringe. L'espirazione viene rinforzata dalla contrazione coordinata di vari gruppi di muscoli, tra i quali gli intercostali interni e gli addominali. La stimolazione della mucosa nasale che provoca lo starnuto perviene ai centri nervosi tramite il V paio di nervi cranici, cioè il nervo trigemino. La via efferente coinvolta è quella dei motoneuroni spinali dei muscoli della respirazione, quella della muscolatura mimica e le fibre parasimpatiche secretrici e vasomotorie. Lo starnuto può essere provocato dalla stimolazione delle fibre sensitive del trigemino nelle cavità nasali, o anche delle zone viciniori, per es. della cute del naso e delle congiuntive. Gli stimoli possono essere di natura tattile o chimica o, nel caso della congiuntiva, di natura fisica (esposizione dell'occhio, specie se infiammato, a una luce intensa). L'insorgenza dello starnuto è più facile in caso di stato infiammatorio della mucosa nasale (condizione, questa, che si riscontra tipicamente nel raffreddore) per l'ipersensibilità delle terminazioni nervose della mucosa stessa. Alcune volte, specie nei raffreddori allo stato iniziale e nelle forme allergiche, gli starnuti possono succedersi in modo ravvicinato (è ciò che viene solitamente denominato salve di starnuti); a volte è possibile bloccarli, soffocandoli; altre volte invece il processo si arresta spontaneamente, lasciando tuttavia nel soggetto colpito un senso di fastidio e di ulteriore irritazione. L'uso di augurare "salute" a chi starnuta si riconnette con le credenze e superstizioni relative allo starnuto che nei mondi culturali più diversi (dall'antichità classica in poi, dall'India antica alla Nuova Guinea o agli zulu dell'Africa meridionale) si fondano sul carattere imprevisto e incontrollabile del fenomeno. L'antichità classica attribuiva grande significato allo starnuto, la cui causa, per quanto ignota, veniva ricondotta a un qualcosa situato all'interno della testa. Lo starnuto era ritenuto anche un segno sacrale (Problemata, corpus aristotelico, 962a) di grande valenza profetica: ne è testimonianza l'episodio dell'Odissea (17, 541-47), in cui Penelope, udendo Telemaco starnutire forte, manda a chiamare lo straniero (Ulisse), perché nessuno dei Proci possa sfuggire al suo destino. Fra i romani si riteneva che lo starnuto provenisse dall'anima vitale, che era collocata nella testa, e proprio a questa convinzione si connetteva l'usanza di dire a colui che starnutiva "salve", di frequente appellandolo per nome (Plinio, Naturalis historia, 27, 2, 23). Anche nei secoli successivi lo starnuto era inteso come espressione spontanea della vita all'interno della testa. Ancora nel 17° secolo Th. Browne (Pseudodoxia epidemica, 3, 9) scriveva che il tabacco fiutato, provocando lo starnuto, consentiva la salutare espulsione di vapore dal cervello.
bibliografia
c. fazio, c. loeb, Neurologia, Roma, SEU, 1991.
r.b. onians, The origins of European thought about the body, the mind, the soul, the world, time and fate, Cambridge, Cambridge University Press, 1951 (trad. it. Milano, Adelphi, 1998).