Nobile romano (m. Roma 757), successe ai papi Zaccaria e Stefano (752). Regnò in un momento difficile nella storia del Ducato romano a causa della politica di Astolfo re dei Longobardi, che, conquistato l'esarcato, voleva estendere il suo dominio anche sull'Italia centrale. Fallito un primo tentativo di un accordo pacifico col re longobardo, S., dopo aver saggiato i sentimenti di Pipino il Breve, si recò a Pavia (753) per indurre Astolfo alla restituzione dei territorî occupati. Non essendovi riuscito partì direttamente per la Francia, dove nel gennaio dell'anno seguente sollecitò l'intervento dei Franchi in Italia (colloquio di Ponthion). Rimasto durante l'inverno a Saint-Denis, il papa, dopo aver consacrato il re e la famiglia reale, prese parte nel marzo all'assemblea convocata a Quierzy, nella quale fu decisa la guerra ad Astolfo, visto l'esito negativo delle varie ambascerie. Astolfo fu vinto sulle Alpi e a Pavia e promise di restituire Ravenna, l'esarcato e la Pentapoli. S. rientrò in Roma (754), ma, partito Pipino (756), Astolfo assalì nuovamente Roma dopo aver saccheggiato il territorio circostante; S. fu soccorso da Pipino, che fece subito lasciare i territorî pattuiti. Con la morte di Astolfo, venuti in lotta Rachi e Desiderio, quest'ultimo s'impegnò a dare al papa Faenza, Imola, Bologna e gli altri territorî in suo potere, pur di essere da lui favorito nella successione; ottenne così il favore di S., che morì durante le trattative. Gli successe il fratello Paolo I.