TÜRR, Stefano
Patriota ungherese, naturalizzato italiano, nato a Baya, in Ungheria, l'11 agosto 1825, morto a Budapest il 3 maggio 1908. Figlio di un chincagliere, lasciò assai per tempo la professione paterna per abbracciare la carriera delle armi, e a ventitré anni era di guarnigione a Milano in qualità di tenente nel reggimento di fanteria "Arciduca Carlo", quando scoppiò la rivoluzione del 1848. Il 19 gennaio 1849 disertò dall'esercito austriaco rifugiandosi in Piemonte. Nominato capitano nell'esercito sardo con incarico, affidatogli (24 gennaio) dal generale Bava, di organizzare la legione ungherese che avrebbe dovuto combattere contro l'Austria quando fosse stato denunciato l'armistizio combatté a Novara, e dopo i disastri delle armi italiane, andò nel granducato di Baden insorto, presso il Mieroslawski, che lo nominò maggiore e subito dopo colonnello. Prese parte ai combattimenti di Mannheim e di Waghausel. Nell'agosto dello stesso anno, dopo il fallimento della rivoluzione ungherese, il T. tornò in Piemonte, dove prestò opera efficace perché buon numero di soldati ungheresi, in pericolo di essere consegnati all'Austria, potessero emigrare. In un viaggio che fece a Londra conobbe il Mazzini e il Kossuth, i quali ordivano le fila di un moto rivoluzionario che dalla Lombardia si sarebbe ripercosso in Ungheria, e il giorno precedente il 6 febbraio 1853 si trovava a Stradella, dov'erano convenuti oltre settanta patrioti italiani decisi a penetrare in Milano all'annunzio d'un moto insurrezionale. Arrestato dalle autorità italiane, fu internato nella fortezza di Alessandria, fu espulso dal Piemonte e costretto a esulare a Tunisi. Riuscito a raggiungere l'Inghilterra, non appena scoppiata la guerra d'Oriente andò in Turchia con l'intenzione di arruolarsi nell'esercito d'Omar pascià, ma non essendogli riuscito per le pressioni fatte sul governo turco da quello austriaco, raggiunse la Crimea e combatte alla Cernaia. Il 3 settembre 1855 il generale Simpson dell'esercito inglese lo incaricò di una missione in Valacchia per conto dell'intendenza dell'esercito britannico, ma il 1° novembre fu arrestato a Bucarest da ufficiali e soldati austriaci colà di guarnigione. Condannato a morte, per l'intervento della regina Vittoria e di lord Palmerston, la pena gli fu commutata in quella del bando dall'impero. Condotto a Trieste, il T. s'imbarcò per Corfù, quindi per Costantinopoli, e in Turchia rimase fino al 1859, occupato in imprese commerciali. Tornò in Italia quando scoppiò la guerra contro l'Austria, e insieme col conte Teleki dapprima promosse, d'intesa col conte di Cavour, la diserzione dei soldati ungheresi, quindi, col grado di colonnello, partecipò (7 giugno 1859) alle operazioni di guerra con i Cacciatori delle Alpi, rimanendo ferito al combattimento di Treponti (15 giugno). L'anno dopo partecipò alla spedizione dei Mille, assolvendo l'incarico, affidatogli da Garibaldi, d'impadronirsi delle armi depositate a Talamone. Primo aiutante di campo del duce dei Mille, fu dei primi a sbarcare a Marsala, e in seguito fu presente a tutte le azioni militari, fino a quando, stremato di forze, fu costretto a tornare sul continente e ristorare la sua salute ai bagni di Acqui e di Aix-les-Bains. Tornò in Sicilia il 19 agosto, dopo avere avuto colloquî diplomatici col re, col Cavour e col principe Gerolamo Napoleone, e partecipò alla trionfale marcia su Napoli, dove Garibaldi lo nominò governatore della città e provincia. Incaricato di sedare un moto reazionario nella provincia di Avellino (9-14 settembre), assolse abilmente l'incarico ed ebbe subito dopo il comando dell'armata che operava sul Volturno. Procedette forse con eccessiva temerità contro l'agguerrito esercito borbonico che doveva fronteggiare e gli fu rimproverato, anche da Garibaldi, lo scacco di Caiazzo e l'eccidio di Castel Morrone (14-19 settembre). Terminata la guerra, il T. conservò il grado di generale di divisione nell'esercito regolare. L'11 settembre 1861 sposò Adelina Wyse Bonaparte, cugina di Napoleone III. Collocato in disponibilità l'11 dicembre dello stesso anno, fu nominato aiutante di campo onorario di Vittorio Emanuele II il 26 giugno 1862. Per le sue aderenze presso le corti di Francia e d'Italia ebbe in seguito numerosi incarichi di fiducia nelle cancellerie europee. Il 3 maggio 1888 gli fu accordata la cittadinanza italiana..
Bibl.: Arresto, processo e condanne del colonnello T. narrati da lui medesimo, Torino 1856; [Stefania Türr], L'opera di S. T. nel Risorgimento italiano descritta dalla figlia, Torino 1928, voll. 2; Béla Gonda, T. tábornok (Il generale T.), Budapest 1925; E. Kastner, É T. en 1860, d'après des mémoires italiens, ivi 1929; id., Mazzini e Kossuth, Firenze 1929.