STEFANO (Στέϕανος, Stephănus)
Scultore greco. Una statua marmorea di giovane atleta, trovata a Roma nel 1769 e conservata a Villa Albani, reca la firma di lui "allievo di Pasitele". Probabilmente era italiota come il maestro, e, come lui, deve avere lavorato in Roma. La sua attività si può datare, all'incirca, tra i tempi di Cesare e quelli d'Ottaviano.
La figura accennata, mancante di parecchi pezzi, è semplicemente copia di un bronzo di scuola peloponnesiaca (secondo altri, sarebbe da riferire a Pitagora di Reggio) databile verso il 470 a. C., opera famosa di cui rimangono altre repliche frammentarie e qualche variazione: l'esemplare di St. è alquanto "modernizzato"; un torso del Laterano ha una modellazione ben più vigorosa, che interpreta senza dubbio con fedeltà lo stile dell'originale, dedicato probabilmente per qualche vittoria ginnica. La esecuzione di copie si spiega anche per le tendenze storico-artistiche del caposcuola.
St. deve avere scolpito anche statue di sua concezione. Plinio lo ricorda autore delle Appiadi, già possedute da Asinio Pollione: figure di ninfe, denominate così perché decoravano una fontana alimentata dall'Acqua Appia, nel foro di Cesare, presso il tempio di Venere Genitrice.
W. Klein ha voluto identificarle in un gruppo marmoreo di tre fanciulle nude del Louvre; volgono il tergo, reggendo una specie di cratere da cui doveva uscire lo zampillo. La collocazione in pubblico sarebbe da attribuire al mecenatismo del possessore, e il lavoro sarebbe stato eseguito verso il 40. È assai meno probabile l'ipotesi di un altro studioso, il quale vorrebbe che St. avesse copiato le figure della fontana per Asinio. Il marmo di Parigi, che ha le teste rifatte e altri restauri, potrebbe essere una riproduzione di quello scolpito da St. Dell'artista conosciamo uno scolaro, Menelao, che può avere lavorato fino all'epoca di Tiberio.
Bibl.: J. Overbeck, Antike Schriftquellen, Lipsia 1868, n. 2226; E. Loewy, Inschriften griechischer Bildhauer, ivi 1885, n. 374 segg.; Jex-Blake e Sellers, The elder Pliny's chapters on the history of art, Londra 1896, p. 205; W. Amelung, in W. Helbig, Führer durch die Sammlungen in Rom, 3ª ed., II, Lipsia 1913, n. 1846 (ivi una ricca bibliografia); W. Klein, Vom antiken Rokoko, Vienna 1921, p. 91; G. Lippold, Kopien u. Umbildungen griechischer Statuen, Monaco 1923, p. 36.