In arte, tendenza al ritorno all’antico che si manifestò con il gusto neoclassico nel periodo dell’impero napoleonico. Si estese dalla decorazione architettonica al mobile, alla suppellettile, ai parati, alle stoffe, agli abiti e alla stampa e rappresentò, in contrasto con l’abbondante e pittoresca ornamentazione rococò, un’esigenza di semplicità e austerità formale e di aderenza funzionale. Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei, riportando in luce suppellettili e arredi romani, fornirono modelli per i nuovi tipi decorativi, che constano di motivi geometrici, di tralci stilizzati di acanto e di vite, di ghirlande di alloro, di quercia, di fiori, di figure mitologiche, grifi, sfingi ecc. I colori che prevalgono nella decorazione sono il bianco del marmo o dello stucco, il rosso e il nero pompeiani. Le linee sono estremamente semplici, diritte o lievemente incurvate e tendono a dare un senso di snellezza e di forza. Alla semplicità delle forme e alla sobrietà della decorazione si cerca compenso nella preziosità del materiale (legni rari, marmi, bronzi, argenti ecc.) e nella perfezione delle proporzioni. L’industria in crescente progresso ravvisò nei tipi semplici e nella chiara strutturalità dello stile i. le forme più appropriate per i processi produttivi e perciò lo stile i. è strettamente legato al passaggio della produzione d’arte decorativa dal campo dell’artigianato a quello dell’industria.