Australia, storia della
Il più grande Stato del continente oceanico
Il nome Australia deriva dalla definizione latina Terra australis incognita "terra meridionale sconosciuta". A causa della vastità dell'Oceano Pacifico, infatti, gli Europei raggiunsero per la prima volta le coste australiane piuttosto tardivamente, nel corso del 17° secolo. Colonizzata dalla Gran Bretagna, l'Australia divenne una nazione nel 1901.
Quando i primi esploratori europei giunsero in Australia, l'immensa regione era abitata dagli aborigeni, popolazioni di origine asiatica, che, raggruppati in clan, vivevano di caccia e di raccolta. La scoperta e l'esplorazione del continente fu il risultato di una serie di spedizioni. Le più importanti furono quelle guidate dagli olandesi W. Janszoon (1606), D. Hartogszoon (1616), che ritenne di aver raggiunto la Terra australis incognita indicata da Tolomeo, A. Tasman (1642-44), che scoprì l'isola poi chiamata Tasmania e la Nuova Zelanda. L'opera degli Olandesi fu continuata dagli inglesi W. Dampier (1699) e J. Cook (1768-79); quest'ultimo aprì la strada alla penetrazione inglese conclusasi con la riduzione del paese, in un primo tempo denominato Nuova Olanda, sotto la sovranità britannica.
Nel 19° secolo proseguirono le esplorazioni dell'immenso territorio ancora sconosciuto e la progressiva emarginazione, accompagnata da un sistematico sterminio, degli aborigeni. La penetrazione inglese nel corso della prima metà dell'Ottocento fu in maniera prevalente il risultato della deportazione di condannati comuni: furono perciò anzitutto i deportati che diedero vita all'Australia moderna. Costoro vennero a mano a mano affiancati da coloni liberi che fondarono aziende agricole e, in misura crescente, vasti allevamenti di pecore, compreso quello delle pregiate pecore merinos la cui lana divenne una materia prima di grande importanza per l'industria tessile inglese. Intorno alla metà del secolo la scoperta dell'oro provocò una nuova ondata di immigrazione. Intanto nelle zone urbane si formarono nuovi gruppi sociali dediti al commercio interno e internazionale, e importanti insediamenti industriali. Nella seconda metà del secolo le varie colonie in cui era divisa l'Australia si contraddistinsero per un'avanzata legislazione sociale e per riforme politiche che le posero all'avanguardia in tema di suffragio universale prima solo maschile e poi anche femminile. Con la costituzione di parlamenti regionali maturarono le condizioni per l'autogoverno e per la formazione di uno Stato a struttura federale.
La trasformazione dello Stato ebbe luogo in seguito all'Australian Commonwealth Act del 1901, con il quale le sei colonie britanniche costituirono, con lo stato di dominion, la Federazione dell'Australia (facente parte del Commonwealth), stabilendo la capitale a Canberra. I partiti maggiori del paese erano il liberale, il conservatore e il laburista. Essi condivisero la preoccupazione di salvaguardare la preminenza dei bianchi di origine anglosassone, diretta in particolare contro l'immigrazione dai paesi asiatici; e a questo scopo introdussero nel 1902 una legislazione restrittiva che sarebbe rimasta in vigore fino al 1972.
L'Australia partecipò attivamente alla Prima guerra mondiale a fianco della Gran Bretagna e nel 1919 aderì alla Società delle nazioni. Entrata nuovamente in guerra nel 1939 insieme con la Gran Bretagna, si trovò sotto la minaccia di un'invasione giapponese. Dopo la fine del conflitto, l'Australia, guidata per un lungo periodo tra il 1949 e il 1972 da una coalizione conservatrice, entrò in alleanze militari in funzione antisovietica. Tra il 1972 e il 1974 i laburisti al governo vararono incisive riforme sociali, che contemplarono anche notevoli miglioramenti delle condizioni degli aborigeni. Il ritorno dei conservatori al potere nel 1975 portò a una svolta che diminuì il peso dello Stato nell'economia, favorì le privatizzazioni e ridusse, per motivi finanziari, il ruolo del Welfare, ossia quel sistema di sicurezza e assistenza sociale con cui lo Stato cerca di garantire il benessere dei cittadini. Nel 1999 un referendum popolare respinse la proposta, sostenuta principalmente dai laburisti, di introdurre la Repubblica, ribadendo così gli storici legami con la monarchia britannica.