Irlanda, storia della
Un'isola divisa
L'Irlanda fu conquistata da popolazioni celtiche intorno al 4° secolo a.C. e sino al 12° secolo d.C. mantenne ‒ con la parentesi dell'occupazione vichinga ‒ una sostanziale autonomia. Tra il 12° e il 15° secolo fu gradualmente sottomessa al ferreo dominio dell'Inghilterra, da cui riuscì in gran parte a emanciparsi (salvo il Nord rimasto parte della Gran Bretagna), soltanto nel corso del Novecento, dopo una lunghissima vicenda di scontri e violenze
Abitata sin dalla preistoria, l'Irlanda fu conquistata nel 4° secolo a.C. dalle popolazioni celtiche degli Scoti e dei Gaeli. Rimasta ai margini del mondo romano, si diede una rudimentale struttura unitaria e fu cristianizzata tra 5° e 6° secolo d.C. Fu quindi invasa tra l'8° e il 9° secolo dai Vichinghi, che vi rimasero sino al 1014, quando furono cacciati dal re irlandese Brian Boru. Circa centocinquant'anni più tardi ebbe inizio la conquista dell'isola da parte degli Inglesi, che proseguì nei secoli successivi nonostante la resistenza delle popolazioni locali. Alla fine del 15° secolo l'Irlanda era ormai sottomessa alla corona d'Inghilterra. Essa aveva un proprio parlamento, che poteva però legiferare soltanto con l'approvazione dei re inglesi. In questa situazione, prese avvio un conflitto di lunghissima durata che si protrasse, seppure in forme diverse, fino al 20° secolo.
Nella prima metà del Cinquecento l'Inghilterra tentò di imporre all'Irlanda la Chiesa anglicana e il protestantesimo. Il cattolicesimo divenne allora un elemento essenziale dell'identità irlandese e in questo quadro i conflitti tra le due parti crebbero d'intensità. Nel 1800, con l'Atto di unione, l'Irlanda fu formalmente unita alla Gran Bretagna e lo stesso parlamento irlandese fu soppresso. Queste misure si sommavano alle pesanti condizioni di vita di molti Irlandesi, oppressi da una minoranza di grandi proprietari terrieri inglesi e protestanti che la corona, fin dalla seconda metà del 16° secolo, aveva insediato con la forza in Irlanda, in particolare nelle regioni nordorientali dell'isola. Nella seconda metà dell'Ottocento la situazione cominciò a mutare: da un lato, per il crescente attivismo dei nazionalisti irlandesi, che crearono nel 1905 il partito Sinn Féin ("noi stessi"); dall'altro lato, per l'iniziativa dello stesso governo britannico che, con il primo ministro William E. Gladstone, si sforzò di introdurre in Irlanda la home rule, l'autogoverno, approvato però solo nel 1910. Lo scoppio della Prima guerra mondiale ne fece tuttavia sospendere l'applicazione e pose anzi le premesse di un nuovo ciclo di violenze in cui ebbe un ruolo cruciale l'IRA (Irish republican army "esercito repubblicano irlandese"). Alla fine, tra il 1920 e il 1921, si giunse a una soluzione di compromesso. L'Irlanda fu divisa in due parti: sei delle nove contee dell'Ulster, situate nel Nord e in prevalenza protestanti (ma con una consistente minoranza cattolica), continuarono a far parte del Regno di Gran Bretagna; il resto del paese, prevalentemente cattolico, ottenne invece l'indipendenza nell'ambito del Commonwealth e assunse il nome di Stato libero d'Irlanda.
La nascita dello Stato libero d'Irlanda suscitò una vera e propria guerra civile tra le forze favorevoli a questo compromesso e quelle che volevano l'unificazione dell'intera isola. Negli anni successivi lo Stato libero d'Irlanda si staccò del tutto dal Commonwealth: nel 1937 fu infatti proclamata la Repubblica d'Irlanda (Eire in gaelico), che nel 1949 ottenne la completa indipendenza dalla Gran Bretagna.
A partire dagli anni Sessanta le sei contee dell'Ulster ‒ dove i cattolici, in costante crescita, rivendicavano l'unione alla repubblica irlandese e i protestanti il mantenimento dell'unione con la Gran Bretagna ‒ divennero teatro delle violenze dell'IRA e dei gruppi terroristici protestanti, aggravate dalla militarizzazione della regione da parte della Gran Bretagna. Tali violenze continuarono per tutti gli anni Settanta e Ottanta. Ma andarono stemperandosi nel corso degli anni Novanta, in particolare dopo che fu siglato, nel 1998, un decisivo accordo con la Gran Bretagna, con il quale l'Irlanda del Nord ottenne un'ampia autonomia e un parlamento dotato di poteri effettivi; nel 2005 l'IRA ha rinunciato ufficialmente alla lotta armata. La Repubblica d'Irlanda fa parte dell'Unione europea.