orale, storia
Ricostruzione di eventi del passato o del profilo biografico di alcuni personaggi storici in cui vengono utilizzate le testimonianze orali. Tale metodo ha caratterizzato l’opera di numerosi autori del mondo antico e dell’Età medievale in specie, a partire dalla narrazione erodotea. La compiuta affermazione della metodologia storica moderna (19° sec.), ossia l’elaborazione di regole e principi condivisi, atti a conferire attendibilità scientifica al lavoro dello storico, comportò il rigoroso abbandono delle fonti orali, giacché un’interpretazione che aspirasse al crisma dell’oggettività aveva in primo luogo l’obbligo di dimostrarsi fondata sulla documentazione scritta. In questa prospettiva, il ritorno alla storia o., o meglio lo sviluppo della oral history intesa come genere storiografico tra i più innovativi della ricerca sull’Età contemporanea (late modern period) – genere basato sull’uso sistematico della fonte orale (intervista, testimonianza) e finalizzato alla conoscenza delle società «senza scrittura» – è un processo che appare indissolubilmente intrecciato alla rivoluzione storiografica operata dalla scuola francese delle Annales, a partire dagli anni Trenta del Novecento. Furono anni in cui anche alcune originali ricerche d’oltreoceano (USA), come quelle sulla memoria della popolazione di colore, nel quadro di uno studio sulla schiavitù, dischiusero nuovi scenari epistemologici; studi che in altri termini convergevano verso alcune delle proposte metodologiche più suggestive avanzate dalla coeva storiografia francese (la necessità di avvicinare la storia alle altre scienze sociali e alla dimensione della memoria, allo studio delle credenze e dei quadri mentali). Nel corso dei successivi decenni, l’adozione della storia o. per lo studio di alcune civiltà africane (J. Vansina) ha consentito ulteriori avanzamenti scientifici, in una prospettiva fattasi dichiaratamente multidisciplinare (storiografica, antropologica, linguistica ecc.). A partire dagli anni Settanta, la storia o. ha inoltre prodotto numerose ricerche sull’Occidente «senza scrittura» (sulle classi popolari del mondo anglosassone, sulla storia delle donne, su aspetti e momenti della Seconda guerra mondiale e della Resistenza italiana ecc.), offrendo un significativo contributo al rinnovamento della storia sociale.