Storico e geografo greco (n. Amasea, Ponto, prima del 60 a. C. - m. forse ivi, circa il 20 d. C.). Delle sue opere rimane la Geografia (Γεωγραϕικά o ῾Υπομνήματα τῆς γεωγραϕίας), in 17 libri, in cui egli descrisse le regioni del mondo abitato. L'opera per certi aspetti aggiorna la geografia di Eratostene, basandosi soprattutto sugli scritti di Polibio, Artemidoro di Efeso, Posidonio e in parte su esperienze personali di viaggio di Strabone.
Venuto a Roma intorno al 45 a. C., vi fu allievo del filosofo peripatetico Senarco e del grammatico Tirannione. Viaggiò in Etruria, nell'Egeo (in Asia Minore aveva forse viaggiato in gioventù); fu poi in Egitto, risalì il Nilo sino a File, soggiornò a lungo ad Alessandria. Tornò a Roma tra il 20 e il 10 a. C., ma ne ripartì (forse dopo il 7 a. C.), tornando probabilmente in Oriente (secondo altri, soggiornò invece in Campania).
La Geografia era forse compiuta nel 7 a. C., salvo più tarde aggiunte, che si datano soprattutto nei primi anni del regno di Tiberio. I primi due libri hanno carattere introduttivo; i successivi, da Occidente a Oriente (cioè dall'Iberia, Gallia, Britannia sino all'Asia e all'Egitto) descrivono le regioni abitate del mondo dal punto di vista geografico ed etnografico, ma anche, in larga misura, storico. S. scrisse anche un'ampia opera storica, ῾Ιστορικὰ ὑπομνήματα ("Memorie storiche"), in 47 libri, perduta: dopo un'introduzione di 4 libri, vi trattava degli avvenimenti storici a partire dal 144 a. C., anno in cui cessavano le Storie di Polibio (e S. chiama infatti la sua opera τὰ μετὰ Πολύβιον "I fatti seguenti alla storia di Polibio"). Forse essa giungeva fino alla fine delle guerre civili.