stricnina Alcaloide, di formula C21H22N2O2, presente, insieme a brucina, vomicina ecc., nei semi di varie specie di piante Loganiacee del genere Strychnos, dai quali si ottiene per estrazione con solvente in presenza di calce: è una sostanza cristallina, incolore, molto amara, fortemente tossica, con azione convulsivante dovuta all’effetto antagonista nei confronti della glicina a livello sinaptico. In passato è stata usata in medicina, sotto forma di sali, nelle paralisi periferiche tossiche e reumatiche; attualmente il suo impiego è limitato alle manifestazioni neurologiche dei bambini con iperglicinemia. Viene talora adoperata dagli spacciatori di droga per tagliare l’eroina.
Lo stricninismo è l’intossicazione acuta da s., decorrente con contrazioni toniche e cloniche della muscolatura della faccia e della nuca, seguite da contrazione tetanica della muscolatura del tronco, cianosi, arresto temporaneo o definitivo del respiro: viene curata con la somministrazione di farmaci ad azione anticonvulsivante non depressiva (benzodiazepine) associata a lavanda gastrica ed eventualmente alla respirazione artificiale.