SUBOTICA (Maria Teresiopoli; A. T., 77-78)
Città della Iugoslavia, situata nell'estremità settentrionale dello stato, a una decina di chilometri appena dal confine con l'Ungheria, di cui faceva parte (in magiaro Szabadka); essa è con Novi Sad uno dei maggiori centri urbani della fertile regione agricola ricca di biade della Voivodina. Con i suoi 100.058 abitanti, al censimento del 1931, è la città più popolosa della banovina del Danubio (Dunavska banovina); i suoi abitanti per oltre otto decimi professano la religione cattolica romana e per circa tre decimi parlano l'ungherese, secondo gli stessi censimenti iugoslavi. La città, a differenza della maggior parte dei centri urbani della regione, è priva di vie acquee notevoli; ma, trovandosi sulle linee internazionali Budapest-Belgrado, Oradea Mare (Nagy Várad)-Osijek, e facendo capo ad essa molte altre linee interne, è nodo ferroviario assai importante. Esercita, perciò, una funzione prevalentemente commerciale nella fertilissima regione agricola che la circonda; e ad essa affluiscono così i prodotti della ricca agricoltura locale (biade, luppolo, pollame, uova, suini, bovini, ecc.) per lo smercio nelle altre regioni del regno o all'estero, come pure i prodotti dell'industria che a quella popolazione agricola sono destinati. La città, relativamente povera di industrie, conserva tuttora la sua fisionomia agricola nelle ampie vie, che dal centro si prolungano nella puszta, e nelle case basse, sparse alla periferia. Non mancano, però, belle chiese e notevoli edifici, e la città è anche sede di una facoltà universitaria di giurisprudenza.