Sudan
Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Stato dell'Africa nord-orientale. In occasione di un censimento effettuato nel 1993 la popolazione della Repubblica del S. ammontava a 26 milioni di abitanti: dopo quella data non si sono tenute altre rilevazioni censuarie a causa del perdurare della guerra civile. Secondo una valutazione delle Nazioni Unite, nel 2006 la popolazione era pari a 41.236.000 ab., con una densità di 16,4 ab./ km2, dato scarsamente significativo in quanto metà della popolazione vive sul 15% circa del territorio, e la parte settentrionale del Paese - un terzo del territorio - è poco popolata. La popolazione urbana (40% nel 2004) si addensa in gran parte nell'area metropolitana della capitale Khartum, inclusi 2 milioni di profughi affluiti dalle regioni meridionali sconvolte dalla guerra, e dalle regioni occidentale e orientale afflitte dalla siccità. Nel quinquennio 2000-2005 il tasso di accrescimento demografico è stato dell'1,9% annuo e nel 2005 il 39% della popolazione aveva un'età inferiore a 15 anni. Fra i gruppi etnici i più consistenti sono arabi, nubiani, Beja e Fur (tutti settentrionali e musulmani), Dinka, Nuer, Shilluk e Nuba (popoli nilotici del Sud). Per più di metà gli abitanti sono di religione musulmana, stanziati soprattutto nel Nord; i cristiani, stimati fra il 4 e il 10%, vivono per la maggior parte nel Sud e a Khartum, mentre almeno un terzo di sudanesi è costituito da animisti o da seguaci di religioni tradizionali.
Il S. è una delle regioni più povere del mondo, come attesta il valore bassissimo dell'indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite (nel 2004 la speranza di vita alla nascita era pari a 56,5 anni, il tasso di alfabetizzazione degli adulti al 60,9%, il reddito annuo pro capite di 1949 dollari). Dopo l'indipendenza (1956) il Paese è stato a lungo travagliato da una guerra civile che ha dirottato ingenti risorse verso impieghi militari. Nel periodo 1990-2004 l'Organizzazione mondiale della sanità stimò che vi fossero solo 16 medici per 100.000 abitanti. Gran parte della popolazione, inoltre, non ha accesso ad acqua igienicamente sicura e a servizi sanitari. La malnutrizione è largamente diffusa al di fuori del corridoio centrale del Nilo, per le ricorrenti siccità e per i continui spostamenti a cui sono stati costretti gli abitanti dagli eventi bellici. Alla fine del 2004 è stato stimato che nel Sud del Paese circa 4 milioni di persone erano state costrette a lasciare le proprie case, mentre circa 2 milioni di abitanti avevano perso la vita nel corso di due decenni di guerra. Un'analoga situazione si è verificata nella martoriata regione occidentale del Dārfūr, nella quale si sono contati 1,6 milioni di profughi e 70.000 morti in seguito a una campagna di pulizia etnica ai danni di gruppi non arabi avviata nel 2003 da milizie arabe paragovernative.
Il S. è ricco di risorse naturali, e potenzialmente un grande produttore agricolo, ma decenni di conflitti interni e di malaccorta gestione dell'economia hanno frenato lo sviluppo e allargato il divario tra Nord e Sud, e tra aree urbane e rurali. Le aree rurali e le regioni meridionali mancano di infrastrutture e versano in uno stato di povertà estrema, aggravata dalla siccità e dalle carestie. Malgrado i recenti sforzi del governo sudanese per risollevare l'economia con l'adozione di riforme macroeconomiche e con investimenti nelle infrastrutture, la nazione deve ancora confrontarsi con problemi gravissimi, tra i quali una diffusa corruzione. Verso la fine degli anni Novanta del 20° sec. il S. ha cominciato a sfruttare giacimenti di petrolio scoperti già all'inizio degli anni Ottanta, ma rimasti inutilizzati per il clima di instabilità che dominava nel Paese. Nel 1991 il S. ha cominciato a esportare petrolio greggio, e in quell'anno ha registrato per la prima volta un avanzo nella bilancia commerciale. La produzione ha continuato a crescere negli anni successivi (16,2 milioni di t nel 2005), arrivando a costituire più dell'80% dei proventi delle esportazioni. Nel periodo 1995-2004 l'economia è cresciuta mediamente del 6,2% annuo e, in base a stime del 2005, l'apporto al prodotto interno lordo dei vari settori di attività economica era così ripartito: agricoltura 29,1%, industria 29,4%, servizi 36,1%. L'agricoltura rimane il settore più importante dell'economia sudanese, impiegando circa due terzi della forza lavoro. Cereali (principalmente sorgo) e bestiame (cammelli, bovini, caprini e ovini) formano l'ossatura dell'economia tradizionale; il S. produce, inoltre, significative quantità di gomma arabica, miglio, arachidi, sesamo e canna da zucchero. All'epoca della dominazione britannica fu sviluppato un impegnativo progetto di irrigazione nella regione di Gezira, la quale divenne un'importante area di produzione e di esportazione di cotone. Più di recente dighe e progetti di irrigazione sono stati localizzati a Kusti, Gedaref e Kassalā. Nei primi anni del 21° sec. i più importanti prodotti agricoli esportati dal S. erano sesamo e bestiame. In aggiunta al petrolio, la dotazione mineraria del S. comprende oro (la più redditizia esportazione mineraria dopo il petrolio), asbesto, cromite, rame, diamanti, mica, argento, tungsteno, uranio, zinco e minerali di ferro. L'apparato industriale è di modesta consistenza, malgrado recenti investimenti e l'istituzione di agevolazioni fiscali per alcune zone industriali destinate all'esportazione. Le principali industrie manifatturiere sono l'industria di raffinazione dello zucchero di canna, in parte esportata, e le industrie tessili. Il settore terziario è poco sviluppato. Il turismo ha notevoli potenzialità, ma è ostacolato dalla insufficienza dei trasporti e delle infrastrutture alberghiere, oltre che dalla situazione di insicurezza.