῾Omān, Sultanato di
(XXV, p. 316; App. III, ii, p. 312; IV, ii, p. 667; V, iii, p. 762)
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione
Secondo il censimento del 1° dicembre 1993 (il primo nella storia del sultanato) la popolazione era di 2.018.074 ab., saliti nel 1998, secondo una stima, a 2.382.000, inclusi 420.000 lavoratori stranieri. L'incremento è dovuto soprattutto al movimento naturale, poiché la natalità tocca il 30‰ contro una mortalità del 7,2‰. Per il clima più favorevole e per la presenza di acqua, le aree di maggiore densità sono la fascia costiera e la regione del Masqaṭ, oltre ad alcune oasi dell'interno (Nazwā, al-Buraymī). La capitale, Masqaṭ, raggiunge appena i 52.000 ab. (censimento del 1993); centri di maggiore consistenza demografica sono Ṣalāla (131.800 ab.), nella regione del Ḍofār, e Ṣuḥār (90.800 ab.), in quella di al-Bāṭina.
Condizioni economiche
Come tutti i paesi del Golfo, l'O. vive di petrolio, ma la sua particolarità è di possedere anche grandi riserve di gas naturale (circa 800 miliardi di m³), nel cui settore il governo sta investendo in modo massiccio. Infatti, se da un lato le riserve petrolifere consentiranno, al ritmo attuale di estrazione (oltre 42 milioni di t annue), poco più di 15 anni di produzione, dall'altro l'estrazione del gas naturale è in notevole aumento. Già a partire dal 1995 il governo ha lanciato un programma di riconversione postpetrolifera: sono stati promossi grandi progetti in campo industriale, quali la creazione di impianti petrolchimici, metallurgici (per la produzione di alluminio) e chimici (fertilizzanti), i più ambiziosi dei quali, tuttavia, sono stati rimessi in discussione. Le materie prime importate arrivano attraverso il nuovo porto di Raysūt, nei pressi di Ṣalāla, porto che in futuro si prevede possa entrare in concorrenza con quelli di Aden e Dubai. Infine, un altro importante aspetto dei più recenti piani quinquennali del sultanato è rappresentato dalla 'omanizzazione' dell'economia: il tentativo di impiegare crescenti quote di manodopera locale, grazie a un sistema di tassazione imposto sui lavoratori stranieri.
Nel complesso, e nonostante il livello raggiunto dal PIL pro capite, l'economia del paese permane in uno stato di pesante arretratezza e continua a mantenere una forte dipendenza dal comparto energetico (le fonti di energia contribuiscono per circa il 40% alla formazione del PIL - ma occupano poco più del 2% della forza lavoro - e per l'80% al valore delle esportazioni). La politica di diversificazione produttiva sta incontrando notevoli difficoltà ad affermarsi (costruzione di un terminale per container a Ṣalāla, impianti per la produzione di fertilizzanti e altre modeste iniziative), mentre permane alta la pressione sulle scarse risorse agricole (alcune fonti internazionali stimano in oltre il 50% la popolazione implicata in agricoltura e attività connesse).
bibliografia
F.A. Clements, Oman, in World bibliographical series, Oxford-Santa Barbara 1994.
J.A. Kechichian, Emerging environmental concerns: a perspective from the Sultanate of Oman, in Journal of developing societies, 1997, 1, pp. 31-48.
H. Al-Ismaily, D. Probert, Water-resources facilities and management strategy for Oman, in Applied energy, 1998, 3, pp. 125-46.
Storia
di Claudio Novelli
L'ascesa al trono, nel 1970, del sultano Sayyid Qābūs bin Sa‚īd segnava l'apertura di una fase di maggior dinamismo sul piano internazionale e l'avvio di un processo di modernizzazione dell'O., limitato tuttavia dalla consistente destinazione di risorse alle spese militari finalizzate alla repressione della guerriglia (appoggiata dalla Repubblica democratica popolare dello Yemen) nella regione del Ḍofār. La vittoria della rivoluzione islamica in Iran, paese che fino a quel momento si era schierato apertamente in difesa del sultanato, portava a un rafforzamento della collaborazione con i paesi del Golfo e dei rapporti con gli Stati Uniti (1981), mentre la crescente importanza dell'O. come produttore di petrolio favoriva lo sviluppo delle relazioni diplomatiche con diversi paesi (con il Perù, la Turchia, il Venezuela e soprattutto con l'URSS).
All'inizio degli anni Novanta l'O. intensificò la sua attività sul piano internazionale. A livello regionale, le relazioni con lo Yemen del Sud registrarono un miglioramento, proseguito anche dopo l'unificazione yemenita del 1990 e sfociato, nel 1992, nella firma di un accordo sulla demarcazione del confine, completata nel giugno 1995 e seguita, nel luglio dello stesso anno, da quella con l'Arabia Saudita.
La fine della guerra tra Iraq e Iran (1988) permise poi un riavvicinamento fra Teheran e Masqaṭ: alla formazione, nel marzo 1989, di un comitato congiunto di cooperazione economica fecero seguito, nel settembre 1992, l'accordo per l'incremento della cooperazione economica e, nel novembre 1998, quello per inaugurare una cooperazione militare. Schieratosi a favore della coalizione antirachena durante la guerra del Golfo (gennaio-febbraio 1991), all'indomani del conflitto l'O. continuò a impegnarsi per una maggiore integrazione fra i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, soprattutto sul piano militare.
Sul piano interno, il sultano Qābūs ha continuato a disporre del potere assoluto e a governare con l'ausilio del Consiglio dei ministri di sua nomina. Una prima parziale modernizzazione della struttura politica, volta ad ampliare le basi del consenso del regime, fu avviata nel 1992 quando fu costituito il Consiglio consultivo, i cui membri venivano scelti dal sultano in una rosa di candidati eletti da un ristretto corpo elettorale. A esso, secondo il nuovo Statuto promulgato per decreto dal sultano Qābūs nel novembre 1996, fu affiancato nel dicembre 1997 un Consiglio di Stato, anch'esso privo di potere decisionale, i cui esponenti venivano nominati direttamente dal sultano. Contemporaneamente furono adottate misure per giungere a una diversificazione della struttura economica del paese, fondata esclusivamente sul petrolio e sul gas naturale. All'inizio del 1996 il governo varava un piano quinquennale che tra le altre cose prevedeva, entro il 2000, un ampio intervento statale volto a potenziare l'istruzione primaria e professionale, con l'intento di provvedere alla formazione di manodopera qualificata locale e di ridurre la dipendenza dal lavoro straniero.
bibliografia
I. Skeet, Oman. Politics and development, New York 1992.
D. Chatty, Mobile pastoralists. Development planning and social change in Oman, New York 1996.
J.C. Riphenburg, Oman. Political development in a changing world, Westport (Conn.) 1998.