Sun Yat-sen
Costruire una Cina moderna
È stato il fondatore della Cina moderna e, con Chiang Kai-shek, Mao Zedong e Deng Xiaoping, una delle maggiori personalità della storia cinese del Novecento. Il compito principale che Sun Yat-sen si pose, con un successo solo parziale, fu di traghettare il suo paese da un impero in disfacimento a una repubblica democratica e unitaria
Sun Yat-sen nacque nel 1866 a Choihang, nel Guangdong, in una famiglia di contadini-proprietari di religione cristiana, che lo avviarono agli studi in una missione anglicana di Honolulu. Quindi frequentò il collegio di medicina di Hongkong. Qui, legatosi a sette segrete cinesi che operavano nella colonia inglese, Sun divenne un rivoluzionario. La sua visione politica, se per un verso fu legata alla cultura cinese, per l’altro venne profondamente influenzata dal pensiero democratico e dalle correnti e idee progressiste americane ed europee tra le quali occupava per lui un posto importante l’idea mazziniana di nazione. Per alcuni anni Sun esercitò la professione di medico a Hongkong e a Macao, ma negli ultimi anni dell’Ottocento ebbe il sopravvento la vocazione di rivoluzionario che mirava a unire in una forza coerente le fila sparse dei nazionalisti cinesi. Accusato nel 1895 dal governo imperiale di essere implicato in un abortito tentativo insurrezionale a Canton, venne arrestato a Londra da agenti cinesi che volevano ricondurlo in patria per processarlo, ma dovette essere rilasciato l’anno successivo per l’intervento indignato delle autorità britanniche. La sua fama crebbe immensamente dopo questo episodio, ed egli divenne agli occhi dei suoi seguaci e simpatizzanti un eroe nazionale.
Sun, che nel 1905 aveva fondato il Partito repubblicano, comprese che era giunto il tempo di dare ai rivoluzionari un’ideologia. E a questo fine elaborò la sua dottrina basata sui «tre principi del popolo»: indipendenza della nazione, democrazia parlamentare e socialismo agrario. Quando nel 1911 crollò l’impero manciù (Cina, storia della), Sun, ammiratore della democrazia americana, si trovava negli Stati Uniti; fece immediatamente ritorno in patria dopo circa vent’anni di esilio, molti dei quali trascorsi in Giappone.
Accolto come un eroe, venne eletto presidente provvisorio della repubblica cinese nel gennaio del 1912, e unì i suoi seguaci nel Guomindang (Partito nazionale del popolo). Restò ben poco in carica, poiché, nel vano tentativo di evitare la guerra civile, si dimise a favore di un generale manciù. La guerra civile fece piombare nel caos la Cina, dove in un clima di anarchia presero a spadroneggiare i «signori della guerra». Dopo un nuovo periodo di esilio, Sun tornò in Cina, raccolse le sue forze intorno al Guomindang e nel 1917 iniziò la lotta contro i signori della guerra, riuscendo nel 1923 a creare un governo a Canton.
Sun Yat-sen aveva sperato che le potenze europee e gli Stati Uniti appoggiassero i suoi sforzi per l’unificazione e la modernizzazione del paese. Ma si accorse, con grave disillusione, che essi preferivano una Cina debole, per poterla controllare meglio in base ai loro interessi. Fu quindi indotto a cercare appoggio nella Russia sovietica, la quale fornì armi e consiglieri; questo fu il presupposto per l’ingresso dei comunisti cinesi nel Guomindang.
Sun Yat-sen morì a Pechino nel 1925. La guida del partito passò poco dopo a Chiang Kai-shek, il quale raccolse l’eredità politica del predecessore, ma ne mutò al tempo stesso profondamente la natura. Infatti, nel 1927, Chiang Kai-shek ruppe i rapporti con i comunisti, che vennero da lui perseguitati e di cui divenne un nemico aperto. D’altra parte anche i comunisti guidati da Mao si rifecero all’eredità di Sun, ma a loro volta in maniera critica e scomponendo l’unità del suo pensiero, aperto alle istanze sociali e saldamente legato ai valori della democrazia politica. Comunque entrambe le parti riconobbero in Sun Yat-sen il grande uomo politico che aveva aperto la strada per costruire una nuova Cina, unita e rispettata nel mondo.