Uomo che eccelle e domina per le sue eccezionali doti di genio e di volontà sugli altri uomini. Adoperato in tal senso da J.G. Herder, J.W. Goethe, J.P.F. Richter, il termine acquista notevole rilievo nel pensiero di F. Nietzsche (➔); nella prima parte del Novecento, G. D’Annunzio e altri lo usarono per esaltare concezioni dell’uomo di tipo vitalistico ed estetizzante.