L’avversione e la lotta contro gli Ebrei. Anche se il termine venne usato per la prima volta agli inizi del 19° sec., si tratta di un fenomeno molto più antico. A un’ostilità di carattere religioso, viva fin dai primi secoli del cristianesimo (gli Ebrei come deicidi) e intensificatasi dopo i Concili Lateranensi 3° e 4°, nel Medioevo si aggiunse un’ostilità economico-sociale dovuta al costituirsi degli ...
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Mannheim, Karl
Sociologo e filosofo ungherese, naturalizzato tedesco (Budapest 1893 - Londra 1947). Formatosi nell’ambiente intellettuale tedesco, fu prof. di sociologia nelle univv. di Heidelberg e [...] di Francoforte. Colpito nel 1933 dai primi atti antisemiti del nazismo, fu sospeso dall’insegnamento e si rifugiò in Inghilterra, dove ottenne la cittadinanza britannica. Dal 1933 al 1947 insegnò all’univ. di Londra: oltre alla docenza di sociologia ...
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iperpersonalizzazione
(iper-personalizzazione), s. f. Il rendere eccessivamente personalizzato, basato sulle caratteristiche di un solo individuo.
• dopo la caduta dei regimi comunisti, sono emersi altri [...] , politica, governo ampio e crescente. L’affermarsi di attori politici populisti, che esprimono obiettivi xenofobi, antisemiti, anti-istituzionali. Una iper-personalizzazione dello stile politico e di governo. Il diffondersi della corruzione. Un ...
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Haider, Jorg
Haider, Jorg. – Politico austriaco (Bad Goisern 1950 - Köttmannsdorf 2008), esponente della destra populista e ultranazionalista. A partire dagli anni Settanta militò nel Freiheitliche Partei [...] linea che coniugava appelli populistici alla democrazia diretta con un’ideologia antieuropeista e xenofoba e con tratti antisemiti. All’inizio degli anni Novanta dovette dimettersi dalla carica di governatore della Carinzia per aver fatto apologia ...
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Medico e psicanalista (Vienna 1897 - Los Angeles 1946); studiò a Vienna e a Berlino, presso l'Istituto di psicanalisi diretto da M. Eitingon, dove poi lavorò dal 1926 al 1933. Lasciata la Germania per [...] Angeles. Si è occupato in particolare degli aspetti clinici della psicanalisi e ha elaborato una teoria psicanalitica dei pregiudizî antisemiti. Tra le opere: Outline of clinical psychoanalysis (1934); The psychoanalytic theory of neurosis (1945). ...
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Poeta ungherese (Újbátorpuszta, Bihar, 1896 - Budapest 1978). Figlio di un bracciante agricolo, fu rappresentante di spicco della corrente poetica nazional-popolare che, sulle orme di S. Petőfi e J. Arany, [...] "Fulmine e fiore", 1941). Abbandonò poi improvvisamente le sue posizioni per passare all'estrema destra, scrivendo versi antisemiti, e fu condannato, alla fine della guerra, per collaborazionismo. Delle sue esperienze parlano le raccolte di liriche ...
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Viñas, David
Daniele Dottorini
Scrittore e sceneggiatore argentino, nato a Buenos Aires il 28 luglio 1929. Tra i più radicali intellettuali militanti del suo Paese, ha espresso l'esigenza di un rapporto [...] masse.
Di famiglia ebrea, si convertì al cristianesimo nel 1936 per volere del padre che temeva la recrudescenza dei movimenti antisemiti in Argentina. Dopo gli studi superiori si iscrisse al liceo militare di Buenos Aires e nel 1952 si laureò in ...
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Nome assunto nel 1854 (da quello della madre adottiva) dall'orientalista P. A. Bötticher (Berlino 1827 - Gottinga 1891), professore nell'università di Gottinga (dal 1869). Compì studî e ricerche nei più [...] versioni orientali della Bibbia, di edizioni di testi siriaci, di storia e geografia di Persia e Armenia, ecc. Pubblicò inoltre le opere italiane di Giordano Bruno (1888), e si occupò anche di politica, con atteggiamenti nazionalistici e antisemiti. ...
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Storico italiano (Torino 1888 - ivi 1966). Prof. di storia medievale nelle univ. di Torino (1930) e di Genova (1951) e quindi di storia moderna di nuovo a Torino (1953-58); socio nazionale dei Lincei (1949). [...] La Santa Romana Repubblica (1942), sotto il nome di Giuseppe Fornaseri (il F. era stato colpito dai provvedimenti antisemiti del fascismo), suggestiva ricostruzione dell'esperienza medievale; Albori d'Europa: pagine di storia medievale, 1947; Pagine ...
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Re vassallo di Roma, figlio di Agrippa I, nacque intorno al 28 d. C. Alla morte del padre, si trovava a Roma, forse a scopo di educazione, e, a causa della sua giovane età - aveva circa 17 anni - non gli [...] Agrippa ebbe modo tuttavia di rendersi utile, in varie circostanze, agli Ebrei, ed ebbe a soffrire persecuzione da parte degli antisemiti alessandrini. Morto, nel 48, lo zio Erode, re di Calcide, nella regione del Libano, gli fu concesso il suo regno ...
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antisemita
agg. e s. m. e f. [comp. di anti-1 e semita, sul modello del ted. Antisemit (W. Marr, 1879)] (pl. m. -i). – Contrario, avverso agli Ebrei e alle loro istituzioni.
antisemitico
antisemìtico agg. [der. di antisemita] (pl. m. -ci). – Degli antisemiti e dell’antisemitismo; rivolto contro gli Ebrei: propaganda antisemitica.