Famiglia italiana di celebri danzatori e coreografi; fra i più noti ricordiamo Filippo (Milano 1777 - Como 1871), applaudito ballerino alla Scala di Milano, poi direttore dei balli alla corte di Gustavo III di Svezia. Coreografo notissimo e ricercato, i suoi balletti segnarono il trionfo del balletto romantico (tra i più acclamati, La sylphide, 1832; Nathalie, 1832; L'ombre, 1840, tutti interpretati dalla figlia Maria). Maria (Stoccolma 1804 - Marsiglia 1884), figlia di Filippo, studiò con G. B. Coulon a Parigi, poi con il padre. Esordì a Vienna (1822), conquistando subito grande popolarità. Danzò all'Opéra di Parigi (1827-32), alla Scala di Milano (1841), in Russia (1837-42). Abbandonò le scene nel 1847, tornando nel 1860 a Parigi, dove, nello stesso anno, creò la sua unica coreografia per il balletto Le Papillon, musica di J. Offenbach, protagonista l'allieva prediletta della T., Emma Livry (1842-1863). Ispettrice generale della scuola di danza dell'Opéra fino al 1870, in seguito alla guerra franco-prussiana del 1870-71 perse tutte le sue sostanze e fu costretta a riparare a Londra, dove visse dando lezioni di danza. Trascorse gli ultimi quattro anni di vita a Marsiglia. Considerata una delle più grandi ballerine della storia del balletto, creò uno stile di danza in cui la tecnica era interamente rivolta a ottenere un effetto di leggerezza ed elevazione, accentuato dall'adozione della tecnica di danza sulle punte, che la T. trasformò da puro esercizio di bravura a mezzo di espressione artistica. Anche il fratello di Maria, il coreografo Paolo (Vienna 1808 - Berlino 1884), allievo di Coulon a Parigi, aveva esordito come ballerino a Parigi con grande successo. Passò poi a Stoccarda (1825-30) e infine a Berlino ove fu direttore dei balli di corte. A Berlino sposò la prima ballerina Amalia Golster (Berlino 1801 - Vienna 1881), che fu applaudita interprete di molti suoi balletti: ne ebbe una figlia, Maria (Berlino 1833 - Neu-Aigen, Austria Superiore, 1891), che continuò la tradizione familiare.