taiga
La più grande foresta dell’emisfero boreale
Pini, abeti, larici e sequoie sono i principali alberi che caratterizzano la taiga, detta perciò anche foresta di conifere. Completamente assente nell’emisfero australe, si estende in modo continuo dal Canada alla Siberia, attraverso l’Europa. Freddo, gelo, buio e acidità del suolo ostacolano lo sviluppo del sottobosco, rappresentato per lo più solo da funghi e licheni
La parola taiga deriva dal russo taigà che vuol dire «foresta di conifere». La taiga si estende tra 50° e 70° di latitudine nord, lungo i continenti che occupano l’emisfero boreale: Europa, Asia e America Settentrionale. Forma così una fascia continua che dal Canada attraversa l’Europa settentrionale fino alla Siberia. I paesi dell’Europa del nord su cui si sviluppa sono Norvegia, Svezia e Finlandia. È detta anche foresta boreale perché manca completamente nell’emisfero australe, dove del resto il suo sviluppo sarebbe impossibile perché, alle latitudini meridionali corrispondenti, mancano del tutto le masse continentali. L’espressione foresta di conifere si spiega col fatto che pini, abeti, larici e sequoie, cioè tutti gli alberi che la caratterizzano, appartengono alla classe delle Conifere. La taiga confina a nord con la tundra e a sud con la foresta di latifoglie decidue. Si estende, perciò, in tutte quelle zone dove l’inverno è freddo e dura molto a lungo (8÷9 mesi all’anno) mentre l’estate è piuttosto breve. Poiché le temperature scendono di frequente sotto 0 °C, il suolo è spesso coperto di neve e in molte zone sempre ghiacciato (in tal caso è detto permafrost).
Gli alberi che formano la foresta boreale sono adattati a vivere in condizioni climatiche rigide: le loro foglie, dalla forma ad ago o a squama, e la loro chioma, conica o piramidale, li rendono adatti a sopportare il freddo e il peso della neve, che infatti scivola a terra facilmente. Il sottobosco è particolarmente buio perché quasi tutti gli alberi sono sempreverdi e creano una fitta ombra per tutto l’anno. Tuttavia, gli aghi che cadono al suolo formano uno spesso tappeto che rende il suolo chimicamente acido. Le basse temperature dell’ambiente e l’acidità del terreno ostacolano la crescita dei batteri, importanti decompositori, per cui la demolizione dei residui di materiale morto animale o vegetale, come carcasse, alberi abbattuti o rami secchi, avviene piuttosto lentamente e il suolo di queste foreste risulta essere particolarmente povero di sostanze nutrienti.
Il buio, il freddo e la scarsità di nutrienti ostacolano anche lo sviluppo e la crescita di piante erbacee e di cespugli: ecco perché il sottobosco in alcuni casi è praticamente assente con l’eccezione di funghi e licheni. Entrambi questi organismi rappresentano perciò i principali decompositori del materiale vegetale della taiga, formando sul tappeto di aghi una rete fittissima di filamenti.
La foresta boreale, che si estende per circa 20 milioni di chilometri quadrati, è la più grande del mondo e occupa una superficie pari alla metà delle foreste che coprono l’intero globo terrestre. Le specie presenti e la sua struttura variano da zona a zona perché in un’area così vasta il clima non è uniforme e la temperatura si abbassa di un grado centigrado ogni volta che si sale verso nord di un grado di latitudine. In Eurasia alcuni lembi di questa foresta si spingono più a sud coprendo parte di grandi catene montuose come i Pirenei, le Alpi e l’Himalaya. La foresta di conifere che si estende più a sud ha un sottobosco più ricco, formato da arbusti come eriche, mirtilli, lamponi, mentre procedendo verso nord gli arbusti del sottobosco sono sostituiti da muschi e licheni.
Nell’Europa settentrionale domina il pino silvestre (Pinus sylvestris), un albero poco esigente che cresce anche su suoli poveri. Può raggiungere i 30 m, anche se nelle regioni più estreme dell’Europa del nord il suo sviluppo è stentato e si presenta con fusti corti, tozzi e rami contorti. Un’altra conifera che domina la foresta europea è l’abete rosso (Picea abies), più esigente perché richiede suoli più ricchi e non riesce a sopravvivere su quelli perennemente ghiacciati.